Dall’inferno al paradiso nel recupero al cardiopalma. Grava respinge davanti alla linea di porta la conclusione di Corvia (92′), Cavani s’invola per la stella filante nella rete di Rosati (93′). Funziona per la settima volta quest’anno la “zona Mazzarri”, partite acciuffate per i capelli prima del gong. Il Napoli batte il Lecce (1-0) nel commiato del campionato al “San Paolo”, quarta vittoria consecutiva a Fuorigrotta, e mantiene saldo il secondo posto a fianco della Lazio (a tre punti dal Milan!), staccando la Juventus. Prima del salvataggio di Grava, era stato De Sanctis a tenere a galla il match sull’incursione di Piatti che s’era bevuti Cribari, Grava e Maggio per presentarsi solo davanti al portiere azzurro che con un’uscita disperata soffiava la palla all’attaccante leccese (79′). Sul punto di perdere disastrosamente, il Napoli guizzava verso la vittoria col prodigioso assolo di Cavani.
Il finale di gara ha mandato in frantumi tutto un taccuino di appunti col Napoli ripetutamente al tiro e tre nitide palle-gol (37′ Zuniga, 54′ Hamsik, 55′ Sosa) annullate da Rosati. Mancava solo il nome di Cavani nella batteria di fuoco. Il Matador sembrava fuori partita. Scoccava il primo tiro dopo più di un’ora (66′ Rosati intercettava senza trattenere il pallone). Ma nel recupero per cuori forti si impossessava della palla a trenta metri dall’area leccese, evitava due avversari e, prima del limite, scoccava il lampo vincente. Il Lecce protestava perché c’era un suo giocatore a terra (Corvia).
Miracolo di Natale. Ormai il Napoli sbrana le partite all’ultimo respiro. Il Lecce (4-4-2) aveva organizzato una magnifica partita difensiva, ma senza fare catenaccio. Mobilissimo nei rovesciamenti di fronte portando anche quattro uomini all’attacco. Al Napoli mancava l’intera difesa titolare, più Pazienza e Lavezzi. La manovra azzurra era lenta, spesso per linee orizzontali. I centrali brasiliani del Lecce (Gustavo e Fabiano) dominavano nella loro area. Sulle corsie Donati e Grossmuller tamponavano le iniziative di Dossena, Brivio e Mesbah quelle di Maggio. Ma su Dossena faceva fatica Grossmuller tant’è che l’esterno azzurro aveva due opportunità sotto porta non riuscendo a deviare in gol l’assist di Hamsik (16′) e la punizione di Gargano (26′).
Mancavano i guizzi di Lavezzi per scardinare la difesa leccese. Cavani giocava sugli esterni per favorire gli inserimenti di Hamsik e Zuniga. Il colombiano giocava più palloni di Hamsik con esiti alterni sino alla perentoria penetrazione, dopo un dai e vai con Hamsik, e tiro deviato in angolo da Rosati (37′). Il Napoli faceva fatica a creare gioco con Hamsik e Gargano. Yebda e Zuniga facevano rimpiangere le assenze di Pazienza e Lavezzi. A Cavani non arrivava un pallone giocabile. Teneva bene la difesa delle seconde linee (Santacroce, Cribari, Grava) sulle due punte leccesi Ofere e Piatti. Cribari era bravo nelle chiusure, non brillante a palla libera. Santacroce e Grava spazzavano via la palla con energia. Grava, spesso a contatto con Ofere (1,90), spianava tutta la sua grinta contro il gigantesco nigeriano e si proponeva per iniziare la manovra. Il Lecce non badava solo a difendersi, ma si distendeva pericolosamente con Olivera e Vives (napoletano di
Afragola), mentre si muovevano agilmente come riferimenti terminali Ofere e l’argentino Piatti.
Nella ripresa, Mazzari inseriva Sosa per Zuniga (51′) sperando nella maggiore qualità dell’argentino. Poi Dumitru per Santacroce (67′) arretrando Maggio. I nuovi entrati non brillavano. Rosati, dopo essersi opposto alla conclusione di Hamsik (54′), sventava un tiro di Sosa (55′). Il lungo portiere leccese (1,95), protagonista del match, teneva in piedi la sua squadra. Il gioco del Napoli si arruffava col passare dei minuti. Gli azzurri, poco lucidi, disordinati, ci mettevano più cuore che testa negli assalti. Avevano buone opportunità per passare (74′ conclusione alta di Sosa, 77′ colpo di testa di Cribari deviato in angolo, 80′ tiro fuori di Dumitru, 81′ conclusione deviata di Yebda). Era un assalto cieco, rabbioso, poco razionale, sostenuto anche da Vitale (80′ per Dossena). Il Lecce si difendeva con ordine, allarmando gli azzurri in contropiede.
La partita del Napoli di grande generosità, ma confusa e raramente veloce, esplodeva nel finale. Gli azzurri si scoprivano pericolosamente ammassandosi nella metà campo leccese. Ed ecco il salvataggio di De Sanctis su Piatti che cincischiava nella conclusione dando modo al portiere azzurro di spegnergli il gol fra i piedi. Ed ecco Corvia superare De Sanctis in uscita, ma davanti alla porta azzurra Grava (uno dei migliori) salvava in scivolata. Poi la prodezza di Cavani, il re magio di questo Napoli, alla decima segnatura in campionato, nuovamente fra i capicannonieri del torneo. Due tiri, un gol. Il Matador sa il fatto suo e tiene alto in classifica il Napoli.
Mimmo Carratelli