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Adieu Santacroce
da Lippi a De Canio

Adieu Santacroce. Prestito secco al Lecce fino a fine stagione. Leggo che domani sarà ufficiale e anche Bigon un po’ lo ha scaricato: “Nelle campagne acquisti del passato abbiamo dimostrato che siamo disposti a trovare situazioni migliorative. Chi resta al Napoli deve dimostrare di avere il fuoco sacro dentro per dare un contributo. Nel caso di Santacroce vedremo cosa il mercato proporrà e cosa vuole fare lui. Le decisioni si prendono sempre insieme”.
E, a dir la verità, un po’ me lo piango. Arrivò dal Brescia al mercato di gennaio 2008 per 5,5 milioni. Splendido anticipo, tocco sopraffino, valutazione forse eccessiva. Con Daniele Mannini e Marek Hamsik diventò il terzo calciatore proveniente dal Brescia acquistato dai partenopei in soli sei mesi. C’era una volta l’asse Marino-Corioni. Incantò il san Paolo immediatamente il leoncino di Bahia in possesso di un formidabile senso della posizione. Nazionale Under 21, nazionale maggiore, un’ascesa che sembrava inarrestabile. E la fama da sciupafemmine che ancora oggi lo vuole in tutti i locali napoletani un giorno sì, e l’altro pure.
E mentre sei all’apice del successo ecco che il diavolo ci mette la coda. Nella trasferta di Milano contro l’Inter del 23 settembre 2009, quinta giornata di campionato, subì un infortunio al menisco esterno del ginocchio destro. Il 26 febbraio 2010, ancora in fase di recupero dal precedente infortunio, un’altra lesione al menisco mediale del ginocchio sinistro. Addio campi di gioco fino ad aprile, addio confidenza con il pallone.
Santacroce perde il passo. Campagnaro e Grava mettono la freccia. Il leoncino non solo non è più intoccabile, ma il suo grande talento finisce in panchina se non in tribuna. Ultime prestazioni stagionali convincenti e la decisione di farlo crescere a Lecce. Lo volevano in Spagna, lo voleva la Juve, piaceva a Lippi. Ora al Lecce per la rinascita completa. Adieu Santacroce. Ci rivediamo a luglio. Contratto fino al 2012. Sei ancora del Napoli a qualche centinaio di migliaia di euro l’anno.  Contribuire alla salvezza dei salentini servirà anche per rilanciarti nel panorama nazionale.
Stefano Romano

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