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Errori fatali, fallisce l’impresa a Liverpool

Un Napoli sorprendente per calma, organizzazione di gioco, palleggio, padronanza della partita fa sognare per 75 minuti l’impresa ad Anfield Road, lanciato al successo dal gol di Lavezzi. Ma nell’ultimo quarto d’ora del match, sotto la pressione di un Liverpool più svelto, sollecitato dall’entrata in campo di Gerrard, torna ad essere il Napoli degli errori, dei passaggi sbagliati, dell’insicurezza e becca una sconfitta (3-1), ingiusta nel punteggio, con tre gol di Gerrard per due graziosi regali di Dossena e un rigore procurato da Aronica. Sin dai primi minuti, sotto gli occhi di Prandelli in tribuna, è stato un Napoli sorprendente, per niente in soggezione nella tana dei Reds, spigliato, esperto, risoluto, messo in campo molto bene. Il Liverpool rinunciava ancora ai suoi assi: Torres in tribuna, fuori Maxi Rodriguez, in panchina Gerrard, assenti per infortunio Kuyt e il difensore Agger. Cominciava come al “San Paolo”: lento possesso di palla, poco pressing, disturbato da un Lavezzi effervescente che giocava da prima punta con Cavani di rincalzo. Nel Napoli c’erano tutte le “stelle”. Formazione-tipo per l’impresa, sulla carta impossibile, ma improvvisamente, sul campo, alla portata degli azzurri.
Dopo un breve inizio del Liverpool, che tentava di passare con i cross, il Napoli prendeva in pugno il match. Difesa alta e sicura contro Ngog, unica punta, centrocampisti puntuali, senza errori, il Pocho col fuoco addosso, concreta la gara di Cavani e Hamsik che ripiegavano nella fase di non possesso-palla. C’era uno splendido Dossena sulla fascia sinistra: attaccava e difendeva sulle discese di Johnson. Sull’altro lato anche Maggio era lesto a ripiegare sulle puntate di Jovanovic. Gli azzurri raddoppiavano per tutto il campo. Il Liverpool non aveva sbocchi e subiva. Il Napoli andava spesso al tiro. Cavani sprecava una buona occasione (19’) e c’era una sola squadra in campo: il Napoli.
Poulsen, in serata negativa, di testa regalava il contropiede a Cavani. Anche lui di testa vedeva Lavezzi lanciato da centravanti. Troppo alti e disattenti Johnson e Carragher. Il Pocho filava in area per il gol (28’), terzo consecutivo in questo periodo. La reazione del Liverpool era blanda. Ngog, pressato da Dossena, sprecava a lato una eccezionale opportunità (31’). Il Liverpool era nervoso e assommava errori ad errori. Nel Napoli, Cavani era un po’ fuori dal gioco, ma la squadra era ben compatta. Aronica, che aveva cominciato con un po’ di emozione, si riprendeva.
Nella ripresa, Hodgson impiegava Gerrard (46’ per Jovanovic) che affiancava Ngog in attacco. Il Napoli era ancora ben vivo e attento. Gargano chiudeva bene a sinistra su Johnson e su Gerrard, Pazienza teneva bene la posizione. Ma l’entrata di Gerrard dava una scossa al Liverpool. Il Napoli, tuttavia, continuava a governare la gara con calma anche se, man mano, era costretto a subire. Si accorciava, non aveva più partenze brillanti. Troppo solo Lavezzi in avanti. Era stanco Dossena. Aronica aveva qualche incertezza. Hamsik e Maggio si impegnavano soprattutto in copertura. A Maggio (51’ colpo di testa centrale, parato) sfuggiva l’occasione del raddoppio. De Sanctis teneva in piedi il vantaggio con una paratissima su Ngog (52’). Ma ora il Liverpool era più rapido, si impossessava del centrocampo, impiegava un esterno sinistro di attacco, Ecclestone, per il deludente Poulsen (65’) e aumentava la spinta con Gerrard che arretrava leggermente a creare gioco.
Il Napoli cominciava ad accusare la fatica. Correva male, recuperava in affanno. E Gerrard cambiava la partita. Ma la cambiava soprattutto il Napoli non più ordinato, non più tranquillo, incorrendo in errori fatali. Forse ci voleva qualche cambio per sostituire i giocatori più provati. Cavani e Hamsik erano sempre dietro la linea della palla per difendere l’esile vantaggio. Provato Gargano dal gran correre. I raddoppi giungevano in ritardo.
L’errore clamoroso di Dossena regalava il pareggio agli inglesi. L’esterno (formidabile nel primo tempo, una gran prestazione da ex) allungava malamente la palla a De Sanctis. Sulla traiettoria si lanciava Gerrard che, favorito da un rimpallo sul portiere azzurro, insaccava (75’). Il pareggio era ancora un buon risultato, una mezza impresa. Ma il match precipitava tutto a favore del Liverpool perché il Napoli non c’era più con la testa e con le gambe. Mazzarri ricorreva a Yebda (84’ per Hamsik) per rafforzare la resistenza azzurra. Gargano, stremato, non recuperava su Johnson fermato fallosamente in area da Aronica. Rigore. Dal dischetto, tiro violento di Gerrard sul quale si protendeva invano De Sanctis sfiorando il pallone con le dite (87’). Il Napoli non ne aveva più e poteva finire qui. Invece, Gerrard colpiva ancora. Un altro errore di Dossena che, pressato fuori dell’area, consegnava il pallone al capitano dei Reds che andava in gol (89’). Saliva il coro dell’Anfield Road dopo il silenzio di quasi tutta la partita davanti al Napoli sorprendente.
Abbiamo sognato per 75 minuti. Il risveglio è stato brusco. Peccato. Il Napoli incassa la prima sconfitta alla quarta partita di Europa League, superato in classifica dalla Steaua di Bucarest (3-1 all’Utrecht). La qualificazione ai sedicesimi resta appesa a un filo con le trasferte a Utrecht e l’ultima gara in casa con la Steaua.

MIMMO CARRATELLI

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