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Percorre undicimila km
per incontrare Maradona

Percorrere undicimila chilometri per rendere omaggio al proprio idolo. Non molti possono dire di averlo fatto. Se inoltre tutta questa strada non serve nemmeno per incontrarlo, il proprio idolo, allora molti non se lo sognerebbero nemmeno di farlo. Ma c’è qualcuno che qualche giorno fa ha pensato di salire su un aereo Milano-Buenos Aires, per andare a rendere omaggio a Diego Armando Maradona ed inchinarsi davanti alla casa dove il pibe de oro è nato, il 30 ottobre del 1960. E non per farlo un giorno qualunque, bensì il 10 ottobre 2010, alle 10.10.
È la curiosa avventura di Rino Testa, consulente finanziario di Lainate, paese alle porte di Milano. Rino, figlio di un insegnante napoletano emigrato al nord, è nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese; non proprio il luogo più adatto per professare la sua fede partenopea. «Mi prendevano tutti in giro, tutti tifavano Milan o Inter, al massimo la Juve – racconta raggiunto telefonicamente in Argentina – mio padre mi aveva tirato su a pastiera e Napoli ma per molti anni erano solo delusioni, fino a quando nell’84 – e la voce diventa sognante – apparve la cometa (Maradona ndr) e io cominciai a seguire la sua scia». E così Rino, che tra i bustocchi rossonerazzurri era una mosca bianca, pardon azzurra, ha imparato a gioire per le imprese del Napoli grazie a lui, Maradona, che tra l’86 e il ’91 ha trascinato i suoi alla conquista di due scudetti, una coppa Uefa e una Coppa Italia, successi il cui ricordo fa ancora tremare il cuore dei tifosi partenopei.
Rino infatti non esita un secondo quando gli si chiede che cosa lo ha spinto fino in Argentina: «È amore – racconta ancora emozionato – Diego mi ha infiammato il cuore. Mi ha fatto provare gioia infinita con la maglia numero dieci sulle spalle. È l’amore a portarmi qui oggi per rendergli omaggio e merito». Ci pensava da tanto tempo a questa avventura, si sentiva in debito con el diez, con quel giocatore che a suon di 84 reti in 188 partite ha fatto battere il suo cuore azzurro.
E oggi Rino è un uomo più felice: «Ho realizzato il mio sogno, un piccolo sogno, ma pur sempre un sogno. Sono venuto qui in pellegrinaggio e stamattina con un taxi mi sono fatto portare dove nacque – a Serenità Villa Fiorito, il “barrio” della periferia di Buenos Aires nel quale nacque Diego Armando Maradona – erano esattamente le 10.10 quando mi sono inginocchiato a baciare il suolo – continua nel suo racconto emozionato Rino. Avevo il cuore colmo di gioia mentre Elisa, la mia compagna, piangeva con me». Questo tifoso doc del Pibe de Oro termina la nostra telefonata un po’ perplesso, perché mi spiega di non cercare popolarità con questa trovata e mi confessa «oggi ho reso onore al mio idolo e non so se un’impresa come la mia possa entrare nella storia. Nella mia storia però entra di sicuro, e di questo ne sono fiero.» Che Napoli e i tifosi azzurri siano ancora pazzi di Diego è storia assai nota, e lo abbiamo visto anche durante gli ultimi mondiali in Sudafrica quando a Napoli sventolavano centinaia di bandiere argentine. La storia di Rino non fa che confermare l’amore viscerale tra la città, i tifosi e il campione di Buenos Aires. Chissà, se Diego ne verrà a conoscenza, probabilmente avrà un elemento in più da aggiungere alla lista di buoni motivi per cominciare a pensare ad un clamoroso ritorno sulla panchina del Napoli.
<strong>Federico Quarato (napoli24.com)</strong>

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