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Ma che c’entra Zuniga
con il calcio?

<div>Tornando da Roma mi sono fermato al Tropical. Che facciamo? La guardiamo insieme sta cosa? Nessuno si aspetta niente. Il puteolano titolare del bar angolare, (la pietra angolare della via Gorghetto, un riferimento del mondo chiuso dei trattori e dell’uva, di un popolo antico e mansueto), il puteolano era triste per la notte brava di via Mezzocannone, di Piazza Principe Umberto. Ma le tigri di Arkan si sono trasferite al Pallonetto? Ma allora quel poco che abbiamo (quel poco rimasto: civiltà, persone, rispetto) pure l’abbiamo perso?</div>
<div>Allora se abbiamo lanciato pietre alle famigliole inglesi a cena io davvero non ci torno più da quelle parti. Io non c’ho più molta voglia di guardare la partita. E allora rinuncio al gruppo d’ascolto da sgabello e lambrusco. Guardo la cosa in ritardo e col brodo di castrato davanti (che la compagna sa come consolarmi). E la partita è conseguenziale.</div>
<div>Ho evitato i commenti al Catania. Preparavamo l’evento, avevamo la testa da un’altra parte, l’occhio era alla ribalta internazionale. Poi questi vengono dimessi e coi ragazzini. Noi partiamo coi titolari. Io mi ero messo in discussione. Forse non capisco un tubo, forse Mazzarri è un grande, la campagna acquisti perfetta, Cannavaro degno della nazionale.</div>
<div>E invece no. La serata è senza giustificazioni. Cannavaro è un chiodo, Mazzarri uno che deve vincere e sostituisce due centrocampisti con due centrocampisti (e mette Zunica, ma che c’entra Zuniga col calcio?). Ed è un supervalutato ottuso e presuntuoso. Io di questa squadra amo Cavani, Dossena, il discontinuo Marechiaro, Campagnaro, De Santis, forse Maggio, per paradosso Aronica. Il resto è roba inutile, roba di quando avevo dieci anni. L’abbiamo già vista, e ogni volta che gioca un po’ ci deprimiamo e ci vergogniamo. Come ci vergogniamo delle tigri di piazza Principe Umberto.</div>

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