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Ora tocca al S.Paolo riconquistare gli Azzurri

Fuori casa da "Champions", in casa da "retrocessione". Dopo appena cinque turni di campionato, sette degli otto punti in classifica sono stati conquistati lontano da Fuorigrotta.
Nei vari blog si è discusso, ci si è confrontati, a volte scontrati sulle cause del rendimento altalenante della squadra. Chi vuol dare colpe alla dirigenza per non aver fatto un mercato all’altezza delle ambizioni e dei progetti "sventolati" ai quattro venti. Chi vuol far cadere la responsabilità sull’allenatore per aver avallato le scelte societarie o di non saper gestire il gruppo di giocatori in vista del doppio impegno (alcuni gli imputano entrambe le responsabilità). C’è chi se la prende col singolo giocatore.
Poi c’è il S. Paolo. Già, il "catino" (per come è fariscente, gli darei altri appellativi) di Fuorigrotta, dove la pressione si avverte come non accade in nessuno stadio al mondo. Spesso è il 12° uomo in campo, ma a volte può destabilizzare mentalmente gli stessi giocatori del Napoli. In queste prime giornate di campionato e di Europa League, ci siamo depressi ed esaltati come solo a Napoli accade, ma quest’anno a ritmo incessante…non una volta a settimana, ma ogni tre giorni. Di questo passo non ci giochiamo solo il "fegato", ma anche il cuore e… E la testa? No, quella no. Già ce la siamo giocata la prima volta che abbiamo messo piede nel "tempio". In quel preciso istante siamo diventati "pazzi", pazzi del Napoli!
Non ho mai fatto appelli, a quelli non credo. Gli auguri si. Mi auguro che gli spettatotori del S. Paolo abbiamo un momento di "insana lucidità": spero nei loro applausi se al triplice fischio finale non dovessero arrivare risultati e prestazioni convincenti. Mi auguro che la loro rabbia si trasformi in un tributo per dire ai nostri "principi azzurri": "Non fa nulla. Avete dato il massimo, andrà meglio la prossima volta!". Forse alleggerire un po’ la pressione potrà essere utile per aiutare i giocatori quando non riusciranno a recuperare le forze fisiche, ma soprattutto mentali. Forse è il caso che il S. Paolo riconquisti i suoi ragazzi e sia il 12° uomo, non solo in campo, ma anche fuori…
<strong>Massimiliano Erro</strong>

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