Due punti in due partite. Peggio del Napoli di Donadoni. Certo, è presto. Ma i numeri sono numeri e vanno ricordati. La squadra di Mazzarri ancora una volta non riesce a vincere di sera. E deve ringraziare il cielo (oltre a Cavani e De Sanctis) se è uscita indenne dall’esordio casalingo al San Paolo. E’ vero, il Bari ha pareggiato praticamente al novantesimo ma – come ha scritto il professor Trombetti – se avesse vinto tre a uno non avrebbe rubato nulla. Per lunghi tratti la formazione di Ventura ci ha nascosto il pallone, facendo tanta melina, è vero, ma anche con fraseggi da squadra esperta e sicura di sé. Almiron sembrava Alfredo Di Stefano.
Voglio vivamente sperare che il Napoli non sia la squadra vista ieri. Di una modestia tecnica imbarazzante. Dietro, siamo impazziti appresso a Barreto e ci siamo fatti giocare come polli da Almiron nell’azione del pareggio di Castillo. A centrocampo non abbiamo un calciatore in grado di fare un passaggio filtrante (nemmeno di stoppare un pallone, aggiungerei). Davanti, fatta eccezione per Cavani, il nulla assoluto. Lavezzi (giocatore che non tollero) fa ormai la stessa cosa da quattro anni: definirlo irritante è poco. Hamsik (per cui stravedo) ormai non si sa più cosa sia: Mazzarri lo fa giocare praticamente da seconda punta e, se possibile, ora è un corpo estraneo persino più dell’anno scorso. Guardi la panchina e, di fatto, non trovi nessuno. Sì, Sosa è stato protagonista di un paio di azioni pregevoli, ma francamente è prematuro per dare un giudizio. L’impressione è che se non carbura fisicamente, questo Napoli è davvero poca cosa. Nella speranza che Cavani tenga fede alla media di un gol a partita. Altrimenti sono dolori, visto che è l’unico a tirare in porta (insieme con Cannavaro).
Non mi sfugge che siamo alla seconda giornata. Però un record la premiata ditta De Laurentiis-Mazzarri lo ha già raggiunto. Credo di non aver mai visto (e vado allo stadio dal 1976) un San Paolo così vuoto all’esordio casalingo del Napoli (27mila spettatori, tra paganti e abbonati, roba da Udine). Hai voglia a dire che è colpa della crisi economica. Io ho l’impressione che ci sia dell’altro: che il rapporto con la città cominci a scricchiolare, che un presidente così smaccatamente legato agli interessi non abbia il giusto appeal, e che la campagna acquisti non abbia scaldato tanto i cuori dei tifosi. Non ci sono stati fischi, ieri sera, è vero, ma in tanti hanno rumoreggiato. Poi, figurarsi, avessimo vinto, avrebbero cantato persino ‘O surdato ‘nnammurato. Ma abbiamo pareggiato e avremmo meritato di perdere 3-1. E’ bene non dimenticarlo.
Massimiliano Gallo
Il triste record di aver svuotato il San Paolo
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