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Il polpo Paul lettore dei racconti di Marotta

<em>Quale è stata la vera  grande rivelazione  del mondiale  sudafricano ? La risposta è semplice. Il polpo Paul.  Chi lo crede un indovino. Chi un mago. Santo no, per fortuna ancora nessuno. Qualcuno, anzi, sospetta “gatta ci cova”… Lo zoo tedesco di Oberhausen ha rifiutato l’offerta d’acquisto dello zoo di Madrid. Gli spagnoli volevano il cefalopode. Non fosse altro che per il fatto di aver portato bene alla compagine iberica. Paul ha infatti pronosticato il successo degli spagnoli. Ma è davvero un accadimento straordinario quello che ha compiuto Paul? Francamente non ricordo se ha imbroccato sette o otto pronostici. In ogni caso si tratta di un evento che, pur non frequente, non può essere  definito eccezionale. Chiediamo aiuto al calcolo delle probabilità. Diamo per buono che il polpo abbia azzeccato otto risultati. E che ogni pronostico prevedesse solo due possibilità. Vittoria o sconfitta. Supponiamo anche che il polpo scegliesse a caso. A meno di non voler supporre che  fosse un esperto di calcio. O tanto intelligente da ascoltare suggerimenti.   La probabilità di indovinare, procedendo a caso,  il primo risultato è 1/2. Cioè 0,5. La probabilità di indovinare i primi due è 1/2 x1/2 cioè 1/4 . Cioè 0,25. La probabilità di indovinare i primi otto è</em>

<em> </em>

<em>1/2 x1/2×1/2×1/2×1/2×1/2×1/2×1/2.</em>

<em> </em>

<em>Che vale 0,00390625. Cioè circa 0,004. Quindi l’evento ha la probabilità di presentarsi circa 4 volte su mille. Non è facilissimo che l’evento si realizzi. Nemmeno facile. Ma non impossibile.</em>

<em> </em>

<em>Pensiamo al gioco del lotto. La probabilità di prevedere un ambo è 0,0024969. Quindi  fare un ambo è (quasi due volte) più difficile che preconizzare otto risultati consecutivi come ha fatto il polpo. Eppure nessuno grida al miracolo di fronte ad un ambo.</em>

<em> </em>

<em>Ma torniamo al caso di Paul. Sarebbe stato abbastanza facile organizzare le cose in modo che un qualche polpo- non necessariamente Paul- indovinasse otto risultati consecutivi.</em>

<em> </em>

<em>Immaginate, infatti, un burlone che  “assoldi” 250 polpi. E ad ognuno di essi commissioni lo stesso gioco commissionato a Paul. Ebbene sarebbe estremamente probabile (quasi certo?!?!?!) vedere uno dei polpi azzeccare gli otto risultati.</em>

<em> </em>

<em>Che la leggenda di Paul si sia sviluppata in Germania mi ha colpito particolarmente. In terra tedesca ci si sofferma sulle capacità divinatorie di un polpo? Si riflette su una storia di polpi, magie e superstizione E’ la realtà che supera la fantasia. Speriamo  che dallo zoo  di Oberhausen non ci chiedano di  chiudere l’antro di Cuma. Mandando in soffitta la sibilla. E sostituendo lo stantio mito cumano con quello contemporaneo di un indovino da vasca da bagno. La motivazione potrebbe essere semplice. Ormai la sibilla ha fatto il suo tempo. </em><em>Anderai in guerra tornerai non morirai in guerra…</em><em> E che vò dì? Nessuno la conosce più. Non passa mai in tv né sui giornali. Provate a chiedere ad un ragazzo chi è Paul e chi la sibilla. Vedrete le risposte.Oberhausen è lontana da Napoli. In termini di chilometri. Ma ancor più in termini di struttura culturale. Come è ben chiaro a tutti.  Eppure la storia di Paul mi ha riportato alla mente una raccolta di racconti di un napoletano doc. Giuseppe Marotta (1902-1963). La raccolta ha titolo </em><em>San Gennaro non dice mai  no</em><em>”. Meno nota de “</em><em>L’oro di Napoli</em><em>”. Da cui l’omonimo celeberrimo film della premiata ditta De Sica- Zavattini. Chi può dimenticare  Sofia Loren formosa pizzaiola? O lo stesso  De Sica nella parte di un nobile interdetto dalla madre perché maniaco del gioco. Ridotto a litigare  con un bambino con il quale gioca a scopa.</em>

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<em>Ebbene il polpo Paul mi ha ricordato (mutatis mutandis) un personaggio presente in uno degli episodi di </em><em>San Gennaro non dice mai no</em><em>. “</em><em>Don Michele l’assistito</em><em>”. Don Michele ha capacità divinatorie. Indovina i numeri del lotto. Leggendoli magari nel fondo di una tazzina di caffè. Perché è chiamato “</em><em>l’assistito</em><em>”? Perché è assistito nelle sue previsioni da qualcuno. Demonio, angelo o santo che sia… “ </em><em>allora la sua casa </em><em>(di don Michele)</em><em> era nel vico Scassacocchi ai Tribunali </em><em>( il vico esiste realmente)</em><em>. In questa straduccia la densità di popolazione è tale che la fortuna, non riuscendo a identificare l’individuo o la famiglia più meritevole di un cambiamento di stato, s’allontana lasciando tutti poveri e delusi.</em><em>”</em>

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<em>Possibile che nella lontana Oberhausen abbiano letto Marotta? Ne dubito. Forse , più semplicemente, tutto il mondo è paese!</em>

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