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La carne sopra
e Maccarone da sotto

Orfano del campionato, il bar Novecento non langue, anzi; la discussione prospera e la varietà di argomenti è ancora più ampia. Gianni dice: “scusate, io non capisco di che cosa ci dobbiamo mettere paura. Allora, il ragionamento è questo: l’Inter è o non è campione d’Europa? Sì, eh? E noi non siamo arrivati sesti nel campionato vinto, con difficoltà, proprio dall’Inter all’ultima giornata, anzi nell’ultima mezz’ora? E non ce la siamo giocata, che se non avevamo quel calo a Natale arrivavamo pure noi in Champions già quest’anno? Quindi, ne consegue che già come stiamo possiamo affrontare la stagione prossima con ottimismo!”
Antonio guarda il fratello e allarga le braccia: “non c’è niente da fare, così siete, voi tifosi del Napoli: vi esaltate e vi deprimete, a seconda di com’è andata l’ultima partita. L’abbiamo già detto che ci dobbiamo rinforzare, che è evidente che la squadra manca in diversi punti di uomini all’altezza e soprattutto di ricambi. Mo’ all’improvviso siamo diventati fortissimi! Ma fammi il piacere!”
Lino è d’accordo: “quanto a questo, Anto’, hai ragione. E se ti devo dire la verità a me questi nomi che leggo sul giornale non mi soddisfano proprio, non arrivo a capire qual è la politica della società. Leggo: Toni. Ma non si era detto che si puntava su gente che costa poco e che è giovane e integra, così vediamo l’incremento di valore come Lavezzi, Hamsik e Gargano? Leggo: Meggiorini. Ma non si era detto che si puntava a gente con un minimo di esperienza, che possa aiutare il resto della squadra a crescere? Leggo: Matri. Ma non si era detto che serviva gente che aveva fatto vedere di poter andare stabilmente in doppia cifra, magari con un 2 davanti?”
Gianni sbatte sul banco un paio di piattini, adirato: “ecco, vedi? Quindi, chiunque pigliamo saremo stati incoerenti, secondo te. Non lo capisci che sono strategie di mercato, che certe dichiarazioni servono a depistare, a far pensare di avere altri obiettivi? Un modo per non far salire i prezzi, insomma. State sicuri che De Laurentìs e Bìgon hanno ben chiaro in testa, chi vogliono prendere, e magari hanno già fatto l’offerta!”
Antonio non sembra disponibile ad aprirsi all’ottimismo: “e allora spero proprio che siano stati così bravi a depistare che nessuno ha capito niente, perché torno a dire che i nomi che si fanno non mi piacciono proprio. Noi abbiamo bisogno di uno che è meglio di Denis, ma meglio assai. Se poi si piglia uno tanto per pigliarlo, non vale la pena. Io, sapete chi prenderei? Maccarone. Sì, proprio lui, quello del Siena. E vi spiego perché: è uno che segna, ha sempre segnato. Non è vecchio ma non è nemmeno troppo giovane, ha trent’anni e non si è mai fatto male gravemente. Accetterebbe di fare la panchina senza tante storie, e una volta in campo farebbe sempre la sua parte. E ultimo ma non meno importante, potremmo utilizzare la seconda metà di Calaiò, quindi costerebbe relativamente poco.”
“E sì”, dice Lino: “aspettiamo tanto, e alla fine chi arriva? Maccarone! Gli altri tengono Milito, Totti, Miccoli e Pazzini e tu ti presenti con Maccarone! E che figura ci facciamo, in Europa?” Antonio lo guarda velenoso e risponde: “guarda che questo bar ci ha un Maccarone alla cassa da quando stiamo qua, e la gente ci continua a venire, pure i turisti, quindi in Europa sono abituati.”
Meglio uscire, prima che l’aria diventi troppo pesante.
<strong>Maurizio de Giovanni</strong>

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