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Seduto al bar Novecento con la musa Eupalla

Il Napoli è privo delle più elementari alternative alle reti del centravanti. Dove sono i saltatori?

Seduto al bar Novecento con la musa Eupalla
Db Torino 25/01/2020 - campionato di calcio serie A / Torino-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Walter Mazzarri

Sono tornato al bar Novecento. Ci sono ovviamente i tre fratelli gestori. Lino, Antonio e Gianni. E c’è questa volta anche Maurizio de Giovanni. Frequentatore assiduo del locale. Se ne sta seduto ad un tavolino in compagnia di una signora. Una signora incantevole. Indossa un abito lungo, azzurro. Ricorda Ingrid Bergman in Fiore di Cactus. Lino, Antonio e Gianni la guardano estasiati. Maurizio mi vede. Mi invita a sedere. E mi dice ti presento la musa Eupalla. Resto di sale.

E’ proprio lei la mitica musa che ispirava il grande vate del calcio, Gianni Brera. Ora capisco chi ha dato a Maurizio l’idea per il suo delizioso “Juve-Napoli 2 a 3!” Eupalla è la padrona delle parole. Almeno delle parole del calcio. Ha sostituito contropiede con ripartenza, mediano di spinta con cursore, fluidificante con uomo di fascia, ha inventato l’abatino, rombo di tuono … Anche adesso con me gioca con le parole. Un tempo, questo i più giovani forse non lo sanno, nel calcio imperava il motto “prima non prenderle”. Se vincevi guadagnavi due punti. Se pareggiavi uno. Cosicché a nessuno veniva in mente di giocare tutte le partite per vincere. Anche le squadre più forti fuori casa giocavano per il pareggio. Alcune anche in casa. Alcune all’oratorio. Oronzo Pugliese anche d’estate, nei tornei over quaranta! Oggi non è più così. Da quando la vittoria vale tre punti è meglio vincere una volta e perdere un’altra. Piuttosto che pareggiare due partite. Il nuovo motto nel calcio è “ prima darle”.Ma lo sanno i giocatori del Napoli?

Maurizio ascolta riguardoso. E’ evidente che per la sua musa ispiratrice ha una vera e propria adorazione. Vede divina dico il problema del Napoli è un altro. La squadra, in un certo senso, è costruita per correre molto e far pochi goal. Lasciamo da parte la mancanza di un giovanotto in mutandine che in area la butti dentro per mestiere. Sulla quale tutti concordano. E della quale tutti parlano. Ma il Napoli è privo delle più elementari alternative alle reti del centravanti. Dove sono i saltatori? A parte Hamsik nessuno di quelli che arriva da dietro sa tirare dai venti metri. Nessuno sa battere le punizioni dal limite. Eupalla mi guarda e chiede Perché hanno costruito la squadra così? Boh rispondo non lo so. Magari chiediamo a de Giovanni che ne sa più di me. Maurizio si schernisce. Esita. Poi facendosi forza le chiede per il futuro ci dia una mano lei che ha conoscenze altolocate. La musa Eupalla si alza. Sorride. E ci saluta.

E’ ora che me ne torni nel mio mondo. Maurizio lo conosce bene. Lei non so. Si chiama Sferolandia. E’ l’Olimpo del calcio. Siamo in parecchie noi divinità. Ognuna con un compito diverso. Io governo le parole. Ed ispiro giornalisti e scrittori. Filopede, che poi è il mio compagno,si intende di calciomercato. Ed ispira direttori generali e tecnici. Soffre un po’ di antipatie e simpatie. Proverò a raccomandarvi. Affinché dia a Bigon e Mazzarri i suggerimenti giusti per il prossimo campionato.

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