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Reja, napolista ad honorem

Ci è mancato poco che sul Lazio governasse la Bonino, che per i fedeli al culto di San Gennaro l’accesso alla capitale fosse interdetto, che contro la Lazio il Napoli si trovasse davvero “fuori casa”. Se così non è stato, non c’è ragione per non affrontare la partita col massimo impegno.
Napoletani e napolisti, direbbe il presidente Fini, sono avidi di “fare futuro”, o comunque di scordare il passato: quando ai laziali (erano gli anni cinquanta) bastava lo svedese Selmonsson detto “raggio di luna” ad ubriacare il terzino del Napoli Comaschi e a segnare nella porta di Bugatti. Oggi tutto è cambiato; gli stessi Wilson e Chinaglia, che alla maglia della Lazio approdarono dall’Internapoli, sono figurine sbiadite.
Piuttosto, fra Lazio e Napoli si aggira in questi giorni l’ombra di un allenatore come Reja al quale giocatori e tifosi napoletani vogliono un gran bene. Per il Napoli Reja fece tanto: quanto basta per reputarlo oggi napolista ad honorem e per poter chiedere a tutti, in campo e sugli spalti, di buttare il cuore oltre il risultato. Quindi, forza Napoli (nel pieno rispetto di Reja e della sua storia)!
Luigi Compagna

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