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Napolislam, il docufilm che racconta i napoletani convertiti ad Allah

Napolislam, il docufilm che racconta i napoletani convertiti ad Allah

Ogni anno, il 15 luglio, la folla caotica e chiassosa di fedeli riempie piazza Mercato e piazza del Carmine a Napoli per la celebrazione della Madonna bruna. E ammira il campanile dato alle fiamme che esplode tra le luci dei fuochi artificiali. Nella stessa piazza, a increspare il silenzio del mattino, in occasione della fine del Ramadan, c’è un’altra, più piccola folla di fedeli. In ginocchio sulle stuoie orientate verso la Mecca, disposti in file ordinate, sollevano e piegano la schiena seguendo i movimenti di chi guida la loro preghiera rivolta ad Allah.

Francesco e Giovanni ora si chiamano Muhammad e Abdel, Alessandra adesso è Amina. Studiano l’arabo per leggere le parole del Profeta, i volti incorniciati dalla barba lunga o dallo hijab.

Sono due facce della stessa città, contrapposte ma non necessariamente in conflitto aperto.Napolislam è il docufilm che racconta queste due facce di Napoli attraverso dieci storie di napoletani convertiti alla religione musulmana.

Premiato al Biografilm festival di Bologna come miglior opera italiana, Napolislam è un mosaico di contrasti che mette in rilievo la scelta di una vita diversa. Un diverso modo di vestire, di mangiare, di pregare e di pensare. Il film è stato scritto e diretto da Ernesto Pagano, giornalista e arabista che oggi vive al Cairo, il suo cast sono i protagonisti veri di queste storie, il set è la vita quotidiana dei rioni Sanità, Fuorigrotta, del melting pot nel centro storico: piazza Garibaldi e piazza Mercato.

Pagano ha chiesto il permesso di entrare nelle vite del rapper Danilo Alì, che mette in rima il disagio e il riscatto sociale e nella musica trova Dio. Di Agostino Yassin, l’imam che predica in arabo e in napoletano, di Claudia Zeynab e degli altri. Uno specchio che riflette la loro scelta, vista da loro e da chi li circonda. Parenti e amici che osservano il cambiamento, ci fanno i conti, lo criticano, in alcuni casi, con rassegnazione lo tollerano, come la moglie di Giovanni Abdel, o magari lo seguono, come le sorelle di Francesco Muhammad. Ernesto Pagano ha studiato all’Università l’Orientale di Napoli ed è lui stesso testimone da anni di questo processo. (segue qui)



“Napolislam” è il titolo del film di Ernesto Pagano che uscirà a Napoli domani (e dal 2 luglio nel resto d’Italia). Un film documentario 
che mostra una città che sembra mediorientale nei cui vicoli girano uomini con accento napoletano che mangiano zeppole halal e portano lunghe barbe, giovani rapper partenopei che cantano guidati da Hallah, e ragazze convertite, velate, in conflitto con la famiglia. Persone che prima si chiamavano Francesco e Claudia e oggi Muahammad e Zeynab.

Pagano racconta dieci convertiti all’Islam: un disoccupato, una ragazza innamorata, un padre di famiglia, che hanno trovato nel Corano una risposta all’ingiustizia sociale, al consumismo, alla crisi morale che vedono intorno a loro. Lontani da estremismi, difendono la loro fede di fronte a familiari scettici o critici, e cercano di mediare tra la loro quotidianità e un sistema di regole che viene da una cultura lontana. Mentre nelle piazze della loro città si stendono tappeti per le preghiere giornaliere, un imam napoletano fa il suo sermone in arabo antico anche a stranieri di fede islamica, e alcuni concittadini ammirano la profondità del loro credo.

Il ritratto che fa Pagano, tra ironia e amarezza, mostra una nuova realtà che non è solo napoletana, fatta di persone che cerano di reagire alla crisi spirituale e sociale che ha investito l’Occidente abbracciando una fede lontana. E, come ha affermato il regista, Napolislam, città aperta al mare, rappresenta “l’avanguardia ipotetica di un’Europa che si sta lentamente islamizzando”. (askanews)

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