Sta nascendo un nuovo Napoli con Pandev nel tridente e Hamsik a centrocampo?

Strepitoso Lavezzi, giocatore di priezza, cardillo di tocchi e svolazzi, gambe di topazio, fianchi di finte e di arrizzo, divaga, svaria, si arresta, riparte, sta largo e sta nel mezzo, attaccante di destrezza, come un rap di Caparezza. Con un Pocho così si vola. Al centro e nel cuore del match col Lecce, segna un […]

Strepitoso Lavezzi, giocatore di priezza, cardillo di tocchi e svolazzi, gambe di topazio, fianchi di finte e di arrizzo, divaga, svaria, si arresta, riparte, sta largo e sta nel mezzo, attaccante di destrezza, come un rap di Caparezza. Con un Pocho così si vola.

Al centro e nel cuore del match col Lecce, segna un gol portentoso per grinta, abilità e sfondamento, ne sfiora altri due dopo avere seminato il panico nella difesa pugliese, regala a Cavani l’assist per il quarto gol.

E, allora, vamos a ganar. Mercoledì sera scontro decisivo al Madrigal per conquistare gli ottavi di Champions. Una impresa dei tempi moderni. Con i tre tenori si canta e si balla.

Il Lecce si è offerto al sacrificio. Cinque difensori, tutti dietro la linea della palla, però anche pregevoli azioni di alleggerimento, in partita quando il Napoli ha rifiatato (secondo tempo). Ma la squadra pugliese è rimasta sempre sotto scacco non appena il trombettiere Lavezzi suonava la carica.

Esperimento interessante il 4-3-3 recuperando Pandev, vicino al suo standard migliore, a destra nel tridente con Cavani al centro, tornato gran Matador, e il Pocho a sinistra. Nella ripresa inserimento di Hamsik a centrocampo con Gargano.

Prospettive future? Allargamento di orizzonti? Nuovo modulo?

Interessanti i movimenti sulle fasce quando Pandev da destra e Dossena da sinistra si accentrano e sugli esterni corrono Maggio e Lavezzi. Migliora Dzemaili (secondo gol in Italia), non c’è ancora Inler (e se fosse arrivato Asamoah?).

In Spagna si torna sul sicuro. Difesa titolare, El Mota in tandem con Inler, i tre tenori in campo e Pandev pronto all’uso, caricato a molla.

Al Villarreal, stracciato in Champions e in grosse difficoltà nella Liga, resta l’orgoglio di togliersi quest’unica soddisfazione, sollecitato o meno da sceicchi e principi. Battere il Napoli al quale tocca scacciare le ombre, gli sceicchi e i principi e andare dritto allo scopo.

Non fidarsi del “sottomarino giallo” che può colpire sott’acqua. All’attacco ha recuperato Nilmar, fermo due mesi per infortunio. Ma gli manca Giuseppe Rossi. Il centrocampo sa fare gioco. Borja Valero, Cani, Marcos Senna, De Guzmàn, Bruno Soriano fanno girare la palla, sanno trattarla come si deve, costruiscono e difendono. Rompere la ragnatela dei loro passaggi è il primo obiettivo.

Non fidarsi di un Villarreal che ha perduto quattro delle ultime sei partite fra Liga e Champions. In casa ha incassato tre gol dal Manchester City e due dal Bayern. Arriva il Napoli e non c’è due senza tre.

In campionato il Napoli si rianima tornando alla vittoria e centrando i primi 3 punti dei 12 richiesti da De Laurentiis nelle quattro partite sino a Natale. Sorpassa in classifica Catania e Roma, raggiunge il Palermo al quinto posto.

Mai pensato allo scudetto (-9 dalla Juve capolista), però resta l’obiettivo della terza piazza (-7 dall’Udinese).

Lo scudetto fu il sogno (reale) dell’anno scorso a tu per tu col Milan, ma poi gli azzurri fecero appena 5 punti nelle ultime sei giornate (14 il Milan). Il terzo posto fu un traguardo splendido. Serve l’impresa per ripeterlo.

Gli avversari sono Udinese e Lazio che si incontreranno prima di Natale (e l’Udinese dovrà poi ospitare la Juventus nel recupero della prima giornata il 21 dicembre, mercoledì). Il Napoli potrebbe trarne vantaggio a patto di fare bottino pieno a Novara, con la Roma e contro il Genoa.

Mimmo Carratelli

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