Nel 2025 lo sport è diventato gentile, il punto più alto è la rivalità tra Alcaraz e Sinner

Ne scrive El Paìs chiudendo il 2025 sportivo. "La grandezza viene mostrata col rispetto reciproco. Karalis e Duplantis si incitano a vicenda, Piastri ha abbracciato Sainz dopo aver vinto"

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Londra 13/07/2025 - finale Wimbledon foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner-Carlos Alcaraz ONLY ITALY

Come spiega El País, nel 2025 lo sport mondiale ha celebrato non solo vittorie e record, ma soprattutto valori di armonia e fratellanza. Gli atleti mostrano che la grandezza si misura anche attraverso il rispetto e l’amicizia verso i rivali: da Carlos Alcaraz e Janik Sinner nelle finali dei Major di tennis, alle celebrazioni di Mondo Duplantis e Manolo Karalis nel salto con l’asta, fino all’abbraccio tra María Pérez e Antonella Palmisano.

Il 2025 è stato un anno in cui le rivalità hanno convissuto con la solidarietà, dove la resilienza di Marc Márquez e Lindsey Vonn, le imprese di Tadej Pogačar, Jonas Vingegaard, Ilia Malinin e Lando Norris, e le lotte delle donne nello sport – da Aitana Bonmatí a Sydney McLaughlin-Levrone, fino a Summer McKintosh – hanno trasformato lo sport in un racconto di rispetto reciproco. Di seguito un estratto.

Nel 2025 secolo lo sport è diventato gentile, il punto più alto è la rivalità tra Alcaraz e Sinner (El Paìs)

Si legge così sul quotidiano spagnolo:

La chiamano “gentilezza”, buone maniere, ed è una tendenza generazionale che esaspera tanti tifosi il cui fanatismo per un campione è proporzionale alla loro antipatia per l’altro, esigendo imperfezione umana, toni da teppista, dichiarazioni provocatorie e promesse di odio eterno che infiammano e rimano al ritmo dell’era di distruzione trumpiana – guai a chiunque si opponga. Sono un piccolo seme di speranza che si è moltiplicato nel 2025. […] Il vero spettacolo sono state le finali dei Major. Alcaraz e Sinner hanno seppellito l’era dei Big Three: Nadal, Federer e Djokovic. Il murciano ha già vinto sei Major a soli 22 anni; l’italiano quattro; e la scorsa stagione sono a pari merito a due. Sono i più grandi tennisti del decennio e condividono felicemente lo stesso trono. Imparano dalle loro sconfitte, sono generosi nelle vittorie e si godono qualche drink. […]

Mondo Duplantis, il secondo classificato nel salto con l’asta, è incitato da Karalis, un greco che salta oltre i sei metri, spingendolo verso il record mondiale in ogni competizione. È come un bambino che gioca nel cortile della scuola, gridando: «Salterò più in alto di te!». E lo fa a Parigi ai Giochi del 1924, quando lo svedese salta 6,25 metri e vince l’oro. Lo prendono in spalla e lo lanciano in aria. La scena si ripete, in modo ancora più spettacolare, un anno dopo a Tokyo. Karalis lotta e costringe Duplantis a saltare più in alto di quanto desideri […] Lando Norris vince il Campionato del Mondo di F1 senza dire una parola sbagliata sul compagno di squadra e rivale della McLaren Oscar Piastri, e abbracciando un altro rivale, Carlos Sainz, tanto che entrambi si chiamano Carlando (anche se il loro fondo di investimento comune si chiama Apex). C’è un senso di nostalgia, naturalmente, per il cattivo carattere di Max Verstappen, che parla senza mezzi termini da unico pilota, ed è l’ego del campione intoccabile, quello di Senna e Prost, e delle leggende, quello del sarcasmo di Fernando Alonso. […]

Ma persino il mondo tradizionalmente infuocato del calcio – Mourinho che cava l’occhio a Guardiola e cose del genere – sembra essersi assestato nella placidità sdolcinata di un Natale disneyano, la macchina ben oliata degli affari, con Luis Enrique, finalmente educato e allegro, che guida il Psg a una spettacolare corsa in Champions League (5-0 contro l’Inter), amico dei suoi giocatori e persino capace di assicurare il Pallone d’Oro nientemeno che a Ousmane Dembélé, rifiutato dal Barcellona. Solo il cattivo umore e la frustrazione di Vinicius, la teatralità dei presidenti e le eccentricità mal interpretate di Lamine Yamal riportano il calcio alla sua tradizione combattiva. […]

 

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