Djokovic su Sinner e il caso doping: «Se fosse stato il numero 500 del mondo, sarebbe stato squalificato»
Nell'intervista rilasciata a Piers Morgan: «Lui mi piace, è molto genuino ed è fortissimo. Ma è stata trovata una soluzione di comodo, è stato gestito tutto in modo molto strano»

Italy's Jannik Sinner greets Serbia's Novak Djokovic (R) after victory in their men's singles semi-final match on day 13 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 26, 2024. (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --
Nel corso dell’intervista rilasciata a Piers Morgan, trasmessa su Youtube nel format “Piers Morgan Uncensored“, Djokovic è tornato sul caso Clostebol, sulla squalifica per doping a Jannik Sinenr. Che alla fine ha patteggiato con la Wada ed è stato squalificato tre mesi. Le dichiarazioni rilasciate dall’atleta, sono state riportate anche dal Times.
Ecco le parole di Djokovic:
«Conosco Jannik da quando aveva probabilmente 13, 14 anni, e mi allenavo spesso con Sinner. Mi piaceva, in realtà molto, e si è sempre dimostrato molto genuino, molto gentile, molto tranquillo. Aveva il suo mondo e non gli importava molto delle luci della ribalta, per così dire. Voleva solo essere il miglior giocatore possibile. E questo mi piace. Mi piaceva la sua mentalità. Quindi, quando è successo questo, sono rimasto scioccato, onestamente. Penso che non l’abbia fatto di proposito. Ma il modo in cui è stato gestito l’intero caso, presenta così tanti campanelli d’allarme.
«C’è la mancanza di trasparenza, l’incoerenza, la soluzione di comodo della squalifica che arrivi tra gli Slam, così non ne perde nessuno. È stato molto, molto strano.
«Non mi è piaciuto per niente il modo in cui è stato gestito il caso e abbiamo ascoltato tanti altri giocatori, sia uomini che donne, che avevano vissuto situazioni simili, lamentarsi sui media dicendo che si trattava di un trattamento privilegiato. Se fosse stato il numero 500 del mondo, penso che sarebbe stato squalificato».
Prosegue il Times:
Djokovic è stato oggetto di critiche per la sua posizione durante la pandemia. È stato espulso dall’Australia, dopo essere arrivato per giocare gli Australian Open del 2022, perché non era stato vaccinato contro il Covid. “L’unica cosa che aggiungerei – senza voler approfondire ulteriormente tutta questa situazione su Covid e vaccinazioni – è che non sono mai stato un sostenitore del no-vax o del pro-vax”, ha detto Djokovic. “Sono sempre stato un sostenitore della libertà di scelta. E questo è stato male interpretato”.
Djokovic ha espresso a Morgan la sua ammirazione per il livello “astronomico” raggiunto da Alcaraz e Sinner nelle recenti finali Slam, un sentimento che rispecchia quello che ha provato in alcune occasioni in cui Federer e Nadal si sono affrontati. «Sinner e Alcaraz, penso che siano fantastici per il nostro sport – intendo, la loro rivalità, i loro incontri – e hanno giocato una delle partite più epiche di sempre nella finale del Roland Garros di quest’anno, è stato incredibile anche solo guardarli».











