De Laurentiis: «Lo stadio Maradona è un cesso. Il nostro nemico sono i politici italiani, odiano il calcio»
Al Forum Bocconi: «A Italia 90 hanno solo rubato soldi. Le grandi incassano 14 milioni a partita di Champions, noi solo 3 e poi dovrei competere con loro. Serve uno stadio nuovo»

Mg Dimaro 22/07/2025 - amichevole / Napoli-Arezzo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è intervenuto al “Football Business Forum” organizzato da La Gazzetta dello Sport e Sda Bocconi presso l’Università Bocconi di Milano, parlando dello stadio “Diego Armando Maradona”. Ha esordito senza giri di parole dichiarando: «Lo stadio è un semicesso».
E continua De Laurentiis:
«Quando venne Ancelotti riuscimmo a mettere un posto un po’ di cose. Il Paris Saint-Germain paga la stessa cifra che paga il Napoli al Comune, ma loro hanno in esclusiva lo stadio con cui fatturano più di 100 milioni anno. Il Napoli paga la stessa cifra per avere lo stadio un giorno prima dell’evento, durante la partita, pulirlo e riconsegnarlo il giorno dopo. Abbiamo uno stadio con una pista d’atletica che non è il massimo, con un fossato che distanzia ancora di più lo spettatore. Abbiamo un grosso handicap, ovvero gli “italian politics” che, indecentemente, sono diventati i più grandi nemici del calcio, se capissero che ci sono 25 milioni di possibili elettori, forse questi signori cambierebbero le idee.
Nel ’90 al San Paolo/Maradona hanno fatto un disastro totale, hanno solo rubato soldi. E io non c’ero. Ora, io dovrei rinnovare il mio stadio mentre gioco avendo un impatto economico importante. Gli altri incassano magari 14 milioni in una serata di Champions, io in quel cesso di stadio al massimo 3 milioni. E poi mi si chiede magari di comprare giocatori per essere al passo delle altre.
Voglio uno stadio anche con tanti parcheggi. Chi dice che si viene con i mezzi dice balle! La gente vuole venire allo stadio con la propria macchina, averla pulita, sicura alla fine della partita. E dobbiamo avere questo stadio dentro la città. La politica non sa nulla di calcio e ignora i lidi verso dove il calcio sta andando. Ho parlato con Saviano e mi ha detto: Ndrangheta, mafia e camorra vogliono appropriarsi dei club. Prima di fare dei club uno dice, dove andiamo? Il signor Ceferin e il signor Infantino devono stare attenti a ridurre il valore dei campionati nazionali. Perché poi rimarranno solo Napoli, Roma, Inter, Milan, Juve. Che facciamo i nuovi stadi se poi gli altri non ci sono. Allora facciamo solo un campionato europeo e cambiamo le regole del gioco».










