Cairo prova ad “allisciarsi” i tifosi che lo contestano: «Il Torino va avanti grazie a loro»

«Simeone è un prestito, ma lo consideriamo già un acquisto. Noi dobbiamo stare attenti ai bilanci. Ve lo ricordate Verdi pagato 25 milioni?»

Torino Cairo

Db Torino 19/03/2023 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Urbano Cairo

«Quello di Simeone contro il Napoli è davvero un gol importante per noi”.  Urbano Cairo, ha fatto il punto del campionato della squadra granata dopo la vittoria di sabato sul Napoli, a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 . Ovviamente si è parlato dell’ex Simeone.

Simeone, ha detto Cairo, «è un prestito con un riscatto che diventa obbligatorio in modo molto facile» ed ha dunque un futuro al Torino.«Lo consideriamo un giocatore acquistato e siamo molto contenti. Simeone mi piaceva da tempo, ci pensavamo da gennaio della scorsa stagione. Quest’estate ho detto al mister di prenderlo subito e anticipare tutti invece di inseguire un altro attaccante difficile da prendere; era felicissimo, abbiamo proceduto velocemente ed è stata un’ottima cosa averlo fatto. Ci crediamo molto, ha fatto benissimo in questo avvio. Ha proprio quello spirito Toro molto importante per la squadra e per tutti noi».

Le parole di Cairo

Cairo ha parlato poi anche della piazza esigente:

«Sabato sera, dopo la partita, Simeone mi diceva che quando si gioca in uno stadio con un tifo così per tutta la gara è quasi impossibile non vincere. Ringrazio i tifosi. Ricordo che nel mio primo anno di presidenza, in cui partimmo che eravamo quasi un’armata Brancaleone, con un mercato fatto in una settimana a inizio settembre con gli scarti delle altre squadre, riuscimmo a salire in A grazie alla spinta spettacolare dei tifosi. Così come negli anni successivi, specie nell’anno dell’Europa League. Tutto questo per dire: con la spinta dei tifosi riusciamo a fare delle cose senza la quale non riusciremmo a fare».

Quanto al rapporto tra ambizioni e gestione oculata, le due varianti «si devono incrociare, è molto importante che si incrocino. Non si può dire che non sia ambizioso, lo sono moltissimo. È chiaro che è fondamentale una gestione oculata del club. Nel 2005 il Torino era appena fallito, quindi bisogna stare molto attenti. Le ambizioni sono al massimo possibile, è fondamentale sognare in grande: questo è un mio must. Poi purtroppo si commettono anche degli errori. L’investimento più costoso della mia presidenza l’ho fatto nel 2019 dopo un settimo posto e un’Europa League sfiorata: comprai Verdi, mi costò 25 milioni e purtroppo non fu un acquisto dei migliori per me. L’ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine. In questi ultimi anni, con il Covid che ha falcidiato i bilanci di tutte le squadre, c’è stata un’aggravante e purtroppo il calcio italiano non è stato minimamente aiutato dal governo».

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