Becker: «Forse il carcere mi ha purificato. Un detenuto ha minacciato di tagliarmi la gola»

A Sky Sport: «Secondo lui, gli avevo parlato nel modo sbagliato. Se non fossi stato un prodigio, non ci sarebbe stata una condanna e non sarei finito in prigione».

Becker

Boris Becker, German former tennis player and coach of Denmark's Holger Rune follows the game against Italy's Jannik Sinner during their first round-robin match at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 16, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Boris Becker, il più giovane campione di Wimbledon, ha raccontato i suoi 231 giorni in carcere a Londra per bancarotta fraudolenta nel 2022 in un’intervista esclusiva a Sky Sport “Boris Becker – Inside”, che sarà disponibile integralmente da martedì 30 settembre.

Becker: «Forse il carcere mi ha purificato. Un detenuto ha minacciato di tagliarmi la gola»

Di seguito, un estratto dell’intervista:

«Prigioniero A2923EV: in prigione non ti chiamano più con il tuo nome, non sei più Becker o Boris, tu sei solo un numero. Credo che se non fossi stato un bambino prodigio, non ci sarebbe stata una condanna, non sarei finito in prigione perché la mia vita avrebbe preso una piega diversa».

Becker ricorda le urla spaventose della sua prima notte in cella e di quando ha rischiato di morire:

«Un giorno un prigioniero ha minacciato di uccidermi e di tagliarmi la gola perché gli avevo parlato nel modo sbagliato».

E aggiunge:

«Forse il carcere mi ha fatto bene. La prigione mi ha purificato».

L’ex tennista alla Gazzetta: «Sinner è come Tomba, Pantani e Valentino Rossi. Evitiamo però paragoni con Federer e Nadal»

«Sono anche un grande fan di Jannik, da almeno due anni lo seguo da vicino e posso dire di conoscerlo molto bene. Non è affatto una sorpresa, ha una mentalità forte e impara velocemente come tutti i grandi campioni, penso al diritto e al rovescio, al servizio…».

Ci arriva a 22 anni come Federer e Nadal.

«Un bel record! Però evitiamo di fare paragoni, quanti ci sono riusciti nella storia? Per stare lì, in quel club esclusivo, devi essere davvero unico e speciale».

Come Alberto Tomba, Valentino Rossi e Marco Pantani?

«Sì, è uno di loro».

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