Sylla: «Alle Olimpiadi di Tokyo mancava coesione, ma oggi non saremmo queste senza le cadute»

Alla Gazzetta: «Velasco conosce perfettamente le carte che ha a disposizione, non solo le 6 che mette in campo. Dal Mondiale del 2018 è iniziata la vera Myriam».

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Italy's #17 Myriam Fatime Sylla reacts after a point in the women's volleyball gold medal match between USA and Italy at the South Paris Arena 1 in Paris during the Paris 2024 Olympic Games on August 11, 2024. (Photo by Natalia KOLESNIKOVA / AFP)

La pallavolista della Nazionale italiana Myriam Sylla ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport dopo l’oro vinto ai Mondiali.

Sylla: «Alle Olimpiadi di Tokyo mancava coesione, ma oggi non saremmo queste senza le cadute»

In Nazionale ha vinto praticamente tutto. C’è un momento della sua carriera che le ha dato più gioia?

«Questo, perché con le mie compagne abbiamo completato l’opera. Sono fiera del gruppo e sono fiera di me stessa, ho vinto tutto».

In questo Mondiale il commissario tecnico ha avuto spesso il coraggio di fare cambi anche importanti. Qual è la forza di Velasco?

«Non so come esprimere la sua forza, la sua magia. Faccio un esempio: è come se avesse un mazzo di carte, lui conosce perfettamente le carte che ha a disposizione. Voi vedete le 6 che ha scoperto e messo in campo ma lui conosce benissimo anche le altre del mazzo. Non è coraggio, è saper conoscere bene il gioco».

Qual è l’avversaria più forte che ha incontrato in carriera?

«Gabi. È fortissima nell’interpretazione del gioco, nella lettura. Dopo la semifinale le ho chiesto la maglia perché è la giocatrice preferita di mia sorella».

In questi anni l’Italia ha vinto meno di quanto poteva vincere?

«Sì ma credo che le cadute ti insegnino a risalire. Oggi non saremmo queste».

Le Olimpiadi Tokyo sono state il momento più difficile?

«Non penso. Certo, a quei Giochi ogni atleta era forte ma forse mancava coesione».

Dall’esordio in Nazionale nel 2015 a oggi, quali sono stati i suoi tre momenti che l’hanno segnata di più?

«Senza dubbio il salto di qualità che ho fatto nel 2018 con l’argento mondiale in Giappone. Da lì è iniziata la vera Myriam. Al Mondiale del 2022 poi sono stata tanto in panchina e quello è stato un momento formativo. Mi ha temprato, mi ha lasciato qualcosa. Infine, l’oro all’Europeo 2021 arrivato dopo un percorso non facile».

Cosa l’ha convinta a intraprendere l’avventura al Galatasaray?

«La Turchia riconosce le giocatrici per quello che sono. Io non ho mai rincorso i soldi. All’estero mi hanno sempre offerto il doppio dello stipendio che prendevo in Italia ma ho sempre pensato che portare in alto il nome del nostro campionato fosse fondamentale. Ho giocato in club importanti, ambiziosi. Ho avuto compagne di squadra fortissime. Quindi non mi posso assolutamente lamentare. Adesso è venuto il momento di provare un’esperienza all’estero».

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