Messi e l’Argentina senza memoria: nessuno ricorda più quando veniva contestato perché non cantava l’inno (La Nacion)
L'argentino celebra la sua Prima Ultima Notte con la nazionale, accompagnato dai figli e dalla famiglia. Il campione argentino, ormai icona indiscussa, può permettersi gesti che nessun altro giocatore oserebbe

Argentina's forward #10 Lionel Messi celebrates after defeating Croatia 3-0 in the Qatar 2022 World Cup football semi-final match between Argentina and Croatia at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 13, 2022. (Photo by JUAN MABROMATA / AFP)
“Forse conviene guardare la questione dal suo stesso ombelico. Perché la domanda naturale, quella che nasce spontanea, è la più ovvia: che sarà della nazionale argentina senza Messi? Se la pongono i suoi compagni, gli allenatori, le 85.000 persone allo stadio che lo fissano tutta la sera, i milioni che lo guardano in Tv e anche tu, che leggi questo articolo” — così apre l’articolo La Nacion.
La Prima Ultima Notte di Messi
La Nacion ha parlato ieri della reazione dei tifosi e ha ricordato un particolare momento della carriera di Messi:
“È entrato per la prima volta in campo, nell’ultima funzione sua ampiamente pubblicizzata per le Qualificazioni, alle 19:54. Subito, la riverenza: ‘¡Meeeeessi, Meeeessi, Meeeessi!’, esplosa dalle quattro tribune. Ha salutato timidamente con la mano sinistra alzata, mentre trottava. Qualche minuto dopo, mentre il corpo si scaldava, anche il suo cuore: ha aperto la bocca per cercare aria e trattenere le lacrime, quando il canto si è trasformato in ovazione. Stava piangendo? Ha fatto uno sforzo enorme per impedirlo, come non era riuscito a fare qualche anno fa: è stato proprio qui, una notte fredda come questa, quando lasciò scorrere lacrime a catinelle in mezzo ai festeggiamenti per la Copa América vinta nel 2021. Quella volta, dopo aver segnato tre gol alla Bolivia, forse raccoglieva per la prima volta l’amore unanime di un Paese che ora soffre di amnesia e non ricorda più che un tempo lo fischiava e gli rimproverava che non cantava l’inno.”
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Niente di tutto ciò esiste ora: “Nel momento in cui il padre infrange ogni protocollo, abbraccia i suoi tre figli e cammina con loro verso l’ingresso ormai definitivo, per iniziare la partita. Thiago, Mateo e Ciro non si separano dall’uomo, anche loro fanno parte di questa funzione pensata come il primo valzer di addio.”
Che emozione fa l’odore del primo addio?
“Messi ferma il tempo. Rende eterna la cerimonia, fino a quando non c’è altra scelta che iniziare la partita. Vorrebbe mettere questa scena, mai permessa in una partita ufficiale, in un vasetto. E unirla agli altri vasetti che già possiede, che si moltiplicano per decine? Centinaia? Migliaia? Nel palco 1 della tribuna San Martín, Antonela — la madre dei tre che corrono con lei, la compagna dell’uomo più osservato — guida il battaglione familiare venuto a vivere quella che, chi può dubitarne, non è una notte qualunque. La presenza di tanti Messi nello stadio lo certifica: essere venuti tutti da Miami per una partita in cui non c’è nulla di importante in gioco, quando la qualificazione al Mondiale è una questione chiusa e sigillata da mesi, si percepisce dall’odore del primo addio.”