La psicosi dei tennisti di vertice ha colpito anche Zverev: la Next Gen è come un giardino infelice
Ne parla il Giornale. "Zverev ha ammesso «mi sento solo, devo ritrovarmi come persona» ricordando Kyrgios e Osaka. Wimbledon sembra una seduta di psicanalisi collettiva

Londra (Inghilterra) 06/07/2023 - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Alexander Zverev ONLY ITALY
A Wimbledon fa notizia che addirittura tredici teste di serie siano uscite al primo turno. La realtà – spiega il Giornale – è che il vero dato è un altro: il tennis di vertice è diventato un posto complicato. Non solo fisicamente. Zverev parla di vuoto e solitudine, Kyrgios e Osaka in passato avevano già ammesso pubblicamente le loro difficoltà mentali. Berrettini e Tsitsipas, travolti da infortuni, ora dubitano persino sulla prosecuzione della carriera. È la Next Gen che non è mai diventata era. In questo invece pare che Alcaraz sia un’eccezione, con quella sua dichiarazione «vado in campo per divertirmi».
Zverev e quei tennisti sull’orlo di una crisi di nervi (Giornale)
Di seguito quanto racconta il Giornale, a firma Lombardo:
“Tredici teste di serie eliminate al primo turno, ma soprattutto c’è chi va fuori di testa. Wimbledon è anche questo: non solo il posto più bello dove giocare a tennis, ma anche una seduta di psicanalisi collettiva che ha toccato il massimo dopo la sconfitta di Alexander Zverev, entrato nel tunnel di uno sport dove perdere non è ormai considerata la cosa più normale di tutte: «Mi sento molto solo fuori dal campo e non è la vita che vorrei, questo si riflette anche nelle mie partite. Non saprei spiegare i motivi, ma non provo alcuna gioia. E per la prima volta nella mia vita sto pensando di affidarmi a uno specialista: devo ritrovare me stesso come persona, prima che come giocatore. Non mi sono mai sentito così vuoto».
È la solitudine dei numeri 3 (al mondo) in questo caso, ma non è un episodio isolato: da Borg in poi (nel 1981, dopo aver fallito per la quarta volta nella finale degli UsOpen a 25 anni, decide che non avrebbe mai più giocato uno Slam), la storia è piena di racchette spezzate. D’altronde, spiegò una volta Pete Sampras, «sei lì solo contro tutti, e prima o poi te ne rendi conto». A questo si aggiunge il fatto che il circuito è sempre più ricco ma sempre meno felice, perché l’iperconcorrenza verso l’alto ha fatto sì che la vita da tennista sia diventata praticamente monacale […]
«Perché la gente non può capire quanto sei davvero isolato dal mondo» disse una volta Nick Kyrgios spiegando la sua depressione e chiamandola per nome. Lo stesso ha fatto, per esempio, Naomi Osaka una volta raggiunto il numero uno del mondo, raccontando in lacrime che non si sentiva all’altezza delle domande ripetute che arrivavano in conferenza stampa […]
«È come quando ti alzi la mattina e non hai motivazioni per andare al lavoro, e succede anche quando vinco» ha concluso Zverev. E potrebbe essere, questo, un avviso per tutti: il tennis rischia di diventare un giardino infelice. Anche se Carlos Alcaraz sembra aver trovato la ricetta: «Credo di aver trovato la via giusta, dopo qualche mese complicato – ha spiegato il n.2 al mondo -. La chiave per me è divertirmi, dopo ogni match cerco di rilassarmi e stare bene»”