Sinner: «La finale del Roland Garros? Ho mancato dei match point, ma non avevo mai giocato così bene su terra rossa»
A Sky Sport: «Una partita dove mentalmente sono stato sul pezzo per cinque ore e mezzo. Ho poi trascorso qualche giorno con amici e familiari, giocando a ping-pong».

Parigi 08/06/2025 - finale Rolland Garros maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Dopo aver perso in rimonta contro Carlos Alcaraz la finale del Roland Garros, Jannik Sinner ripartirà dal torneo Atp 500 di Halle, dove difende il titolo.
Sinner: «La finale del Roland Garros si può vedere in modi differenti»
In un’intervista a Sky Sport, il tennista altoatesino ha parlato di come ha vissuto la sconfitta contro lo spagnolo numero 2 al mondo. Le dichiarazioni riportate dalla Gazzetta:
«Ho passato qualche giorno con gli amici e i miei familiari divertendomi a fare cose semplici, come giocare a ping-pong. Per me è importante trovare il tempo e il modo per vivere un po’ la normalità, ho la fortuna di essere circondato da persone che tengono a me e mi vogliono molto bene».
Ha aggiunto in merito alla delusione di perdere una finale, soprattutto in quel modo:
«Dipende sempre come uno riesce a reagire e uscirne, e anche di cosa si vuole o non vuole vedere. Posso concentrarmi sui match point mancati oppure vedere una partita mai così buona su quella superficie. Una partita dove mentalmente sono stato sul pezzo per cinque ore e mezzo».
Sinner esordirà nel singolare forse martedì, mentre già domani giocherà il doppio con Lorenzo Sonego.
La finale del Roland Garros è pura evoluzione: non si può giocare meglio
Manuel Jabois sul Paìs si chiede: “Vedremo mai più qualcosa di simile? È possibile andare ancora oltre? Il tennis può essere giocato meglio? La risposta è sì, ma quando e di quanto? Quale margine lascia questa finale perché un’altra possa essere considerata migliore?”. Tutto così.
Se ci sono dei limiti, scrive l’editorialista, “Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, in certi momenti della partita di domenica, hanno esplorato quei limiti, li hanno calpestati, hanno minacciato di oltrepassarli a un certo punto. C’erano punti in cui semplicemente non si poteva giocare meglio: non si poteva colpire la palla più forte, non si poteva adattarla meglio alla linea, non si poteva andare più veloci sulla terra battuta, non si poteva essere più concentrati. E tutto questo, sul campo centrale del Roland Garros, durante la finale di uno Slam di cinque set”.