De Laurentiis: «Finché vivo, non vendo il Napoli. Non lo venderei nemmeno per due miliardi e mezzo»

«Poi, quando non ci sarò più, i miei figli se vorranno cederlo, lo cederanno. Il Calcio Napoli si identifica con la città, con un popolo»

De Laurentiis

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Scott McTominay-+Ezio Simonelli

De Laurentiis: «Non venderei il Napoli nemmeno per due miliardi e mezzo di euro. Finche campo, non lo vendo

Il presidente Aurelio De Laurentiis chiude la conferenza dicendo che non venderà il Napoli finché è in vita.

«Non mi sono mai preoccupato delle valorizzazioni. Finché avrò vita, cercherò di tenere in vita il Calcio Napoli. Poi, quando non ci sarò più, i miei figli se vorranno cederlo, lo cederanno. Io ho già rifiutato 900 milioni. Non venderei il Napoli nemmeno per due miliardi e mezzo di euro. Il Calcio Napoli si identifica con la città, con un popolo, con un’idea, con i napoletani, finché questa idea possiamo tutti rappresentarla con onestà intellettuale, andiamo avanti».

Altri stralci della conferenza di De Laurentiis per presentare i ritiri di Dimaro e Castel di Sangro:

«Non mi fate incazzare, non fate domande sciocche del tipo “chi compri?, chi non compri?” Dobbiamo essere educati, dobbiamo fare un assist al Trentino e all’Abruzzo per far sì che le persone devono venire ogni anno. Siamo l’unico club che non va in Cina, in Australia, fuori dal mondo, e porta centinaia di migliaia di tifosi prima in Trentino e poi a Castel di Sangro. Tanto di che cosa dobbiamo parlare? Stiamo sul mercato, prima di un mese non sapremo nulla. Tutti i giorni scrivete che stiamo comprando 50 giocatori. Nelle ultime tre settimane abbiamo comprato settanta calciatori. Lo avere detto voi».

«I pronostici non vanno mai fatti. Portano sempre jella. Negli ultimi dieci anni Napoli e Juventus raggiunto massimi livelli con una certa costanza, lo ha scritto Il Mattino di Napoli. Poi sa che la squadra del Nord non ha sempre giocato in maniera chiara. Il Napoli ha sempre giocato in maniera chiara. Avevo 19 anni, mio zio Dino mi disse: “vieni con me in America?”. “Voglio realizzare le. mie cose in Italia”. Lui mi disse: “Questo è un Paese che non regala niente a nessuno”. Effettivamente ave ragione, in America esiste il sogno americano, qui. Abbiamo fatto bene nel cinema e credo che abbiamo fatto abbastanza bene nel calcio nonostante mi sia dovuto immergere in una nuova dimensione, il che mi ha anche molto divertito. Farlo in una dimensiona napoletano,a venendo da origini irpine e torresi, mi ha dato dimensione divertita e di fantasia che si è ben sposata col cinema e col calcio».

«L’operazione De Bruyne è nata tre mesi fa. Non è la più importante. Perché? De Bruyne è un fuoriclasse, lo sappiamo, anche con una certa anagraficità. Sappiamo perfettamente che è un tassello che viene messo in una squadra che dovrà essere potenziata, abbiamo da affrontare quattro competizioni. È un fatto matematico. Ci saranno parecchie aggiunte. Ci piace lavorare bene, ci piace non lasciare nulla al caso. Non ti saresti mai aspettato che saremmo stati così veloci ad assicurare questa continuity».

Si potrà avere tutti i nuovi acquisti già nei ritiri?

«Io anche vorrei come te avere tutti giocatori subito a disposizione. Se vuoi spendere il 30% di più, puoi anche cercare di definire gli acquisti domani mattina. Se vai invece a una negoziazione con altri competitor che vorrebbero avere il tuo stesso calciatore, la controparte fa i suoi interessi. Fermo restando che il calciatore poi esprimerà le sue preferenze. Quest’anno ci sono 32 squadre che partecipano al Mondiale per club, se i nostri occhi si posassero su un calciatore di queste 32 squadre che giocheranno dal 15 giugno al 15 luglio, gli devi dare le opportune settimane di riposo per evitare che qualcuno si sgonfi o si infortuni. Si può desiderare tutto, tranne la donna d’altri ma spesso i desideri non possiamo realizzarli».

 

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