Giuntoli: «a Napoli ho colto delle coincidenze: senza la guerra non avrei preso Kvara a quel prezzo»
A Repubblica: «senza lo stop per la pandemia forse Osimhen avrebbe fatto 30 gol in Francia e sarebbe finito in Premier».
Mp Cesena 12/08/2023 - amichevole / Juventus-Atalanta / foto Matteo Papini/Image Sport
nella foto: Cristiano Giuntoli
Giuntoli intervistato da Repubblica (il giornale di Elkann, ricordiamo).
Parla del colpo Kvaratskhelia e dell’importanza delle coincidenze.
«Quanto allo scouting, ho trovato qui grandi professionalità. Oggi nel calcio tutti sanno tutto, è difficile battere sul tempo gli altri e fare affari a costi contenuti. Io a Napoli ho colto delle coincidenze: senza la guerra non avrei preso Kvara a quel prezzo, senza lo stop per la pandemia forse Osimhen avrebbe fatto 30 gol in Francia e sarebbe finito in Premier».
Esiste un metodo Giuntoli?
«Non mi piace il termine. Solo sono uno che lavora tanto, che sta attento al rapporto con allenatori, staff, calciatori, agenti. Amo stare dietro le quinte e parlare poco. Il calcio non è da one man show, solo tutti insieme possiamo riportare la Juve dove merita. Io sono uno che aggrega».
Qual è ora il suo mandato alla Juventus?
«Io ho sempre fatto con quello che avevo a disposizione, per indole e per convinzione. In un momento di grande crisi del calcio italiano, c’è bisogno di fare di necessità virtù. Inseguire la sostenibilità, creare un meccanismo di autosussistenza in cui puoi spendere in base a ciò che incassi. Abbassare il monte ingaggi e l’età media, avere più giovani che possano crescere nel club e costituire un valore. In più, creare un ambiente che guardi non solo al risultato ma alla prestazione».
Vuol dire che vincere non è più l’unica cosa che conta?
«Vincere è la cosa più importante, ma se vogliamo crescere dobbiamo analizzare le prestazioni, e questo richiede tempo».
"È un duello pieno di sfumature e di questioni in sospeso, dagli uffici e dai tribunali ai campi dove si sono affrontati negli ultimi anni in modo memorabile"
Possibile l'addio per l'olandese. Fa sapere la Gazzetta: "Fino a martedì della prossima settimana, 15 luglio, penzola al suo collo un cartello con la clausola ben in vista: c’è scritto 25 milioni"
"I calciatori per il loro status sono visti come supereroi o robot, invece soffrono come tutti gli altri. Anche l'entusiasmo per i clamorosi nuovi acquisti è giustamente soffocato"
Lo fa sapere a Gazzetta. Poi interviene Raiola, l'agente: «È stata una questione di attimi. Gianluigi è un ragazzo molto sensibile, si è allontanato da Musiala in quel momento perché poco in grado di sostenere quella scena»
Da Repubblica. "È il mercato dell'«ancora tu». Così gli atleti possono orientarsi tra le stanze di casa - tinello, bagno, cucina e soggiorno. Siamo diventati un campionato di provincia"
"In Italia funziona così da anni. Nella scorsa stagione, rimasero solo Inzaghi (scudetto) e Gasperini (Europa League). Ora ritornano Allegri, Sarri e Pioli e con loro gli scudetti vinti"
Il retroscena dal Corsport. "Significa una sola cosa: obiettivo top. Va detto che Darwin pur avendo la stessa età di Osimhen ha segnato molto meno di lui negli ultimi anni a Liverpool"
Dati i costi d'ingaggio dei due giocatori e che nessuno dei due vorrebbe fare il comprimario dell'altro, ad oggi sembra una fantasia. Ma nel calcio, mai dire mai.
Lo spiega Calcio e Finanza a valle della cessione del Monza. Un club di Serie B è addirittura meglio: costa meno e può lottare per un successo (la promozione). Meglio se in una città nota. Fanno eccezione i Friedkin
"Si chiama «sportswashing». Il regno sta cercando di allontanarsi, con la pubblicità «questa terra chiama», dall'essere associato alla violazione dei diritti e alla pena di morte"
Il portoghese lo vuole al Fenerbahce. La trattativa col Napoli è ferma ed è legata a Ngonge, oltre al fatto che De Laurentiis non vorrebbe spendere l'intera clausola di 19,5 milioni