Reina: «Peccato non aver vinto lo scudetto col Napoli, sarebbe stata la mia vittoria più grande»

A Marca: «Mi congratulo con loro, spero che non debbano aspettare altri 30 anni. Spero di restare al Villarreal un altro anno».

Reina

Reina / Photo Ciambelli

Lunga intervista a Pepe Reina su Marca. Domani il portiere del Villarreal giocherà la sua millesima partita da professionista.

«Una cosa che mi rende molto felice. Sono emozionato: la barriera dei 1.000 sembrava quasi impossibile da superare, invece ce l’ho fatta».

Reina giura di svegliarsi la mattina con più entusiasmo di quanto ne aveva al debutto, nel 2000.

«Di più. Prima pensavo di avere tante partite davanti. Adesso assaporo ogni cosa, ogni trionfo, ogni momento bello e, perché no, anche quello brutto, perché la fine è dietro l’angolo».

Il suo giudizio sulla stagione del Villarreal è buono, nonostante resti l’amaro in bocca sul fronte coppe. Gli viene chiesto se resterà al club dopo il ritiro dal calcio.

«Non se n’è parlato. Io, ovviamente, sono felice qui e spero di essere d’aiuto quando smetterò di giocare, è un club a cui mi sento radicato».

Hai ancora l’intenzione di fare l’allenatore?

«Sì, ho ancora tredici anni per prepararmi, per imparare dai migliori, con l’obiettivo di essere un allenatore e avere un’opportunità un giorno».

A Reina viene chiesto quale stile prenderà, da allenatore, dai tecnici che lo hanno allenato in carriera.

«Verrà il momento in cui mi siederò e analizzerò ognuno di quelli che ho avuto la fortuna di incontrare e farò una specie di schema di ciò che tengo da ognuno. Il meglio e il peggio di ognuno di loro: lo analizzerò, lo taglierò a pezzi e ne conserverò il meglio. Questa è una specie di filosofia che mi piacerebbe avere. Sempre con una solida base di quello che intendo come il mio calcio e che voglio rilanciare».

A quale dei tuoi allenatori vorresti somigliare nella comunicazione ai giocatori?

«Mi piacerebbe avere empatia e arrivare ai giocatori come ha fatto Gattuso a livello umano. Per me è stato il numero uno».

A Reina viene chiesto, naturalmente, come ha vissuto lo scudetto vinto dal Napoli.

«Con grande gioia. Peccato che non lo abbiamo potuto vincere noi, perché avrebbe significato la vittoria più importante della nostra carriera, visto che vincere un campionato a Napoli è diverso dal vincerlo in qualsiasi altra parte del mondo. Mi congratulo con loro e spero che non ne arrivi un altro tra altri 30 anni».

Festeggiare lo scudetto a Napoli dev’essere una cosa che segna per tutta la vita…

«Mi sarebbe piaciuto viverlo. Abbiamo vissuto una Coppa in modo incredibile… ed è stata solo una Coppa! Immagina cosa significa un campionato. È un peccato che non sia accaduto quando c’ero io».

Continuerai un altro anno al Villarreal? Reina:

«Abbiamo un accordo verbale di grande sintonia e molto rispetto reciproco. Credo che tutto si risolverà al meglio. Non ho dubbi che sarà così e spero di poter continuare un altro anno al Villarreal».

Sarà l’ultimo anno?

«Penso che, alla fine, anno dopo anno abbiamo fatto meglio. La “fame” è ancora grande. Sicuramente pretenderò di più da me stesso avendo un anno in più di contratto, ed è quello che sto cercando in questo momento: continuare ad avere quelle farfalle nello stomaco. Assaporare gli ultimi momenti o mesi di gara ti fa essere ad un livello superiore».

Cosa ti fa alzare ogni giorno con questo desiderio?

«Mi piace molto il calcio. Ho bisogno del calcio nella mia vita, non so fare tante altre cose ed è necessario nella vita della mia famiglia e della mia. Mi sento un privilegiato a poter trascorrere sul campo mezza giornata, lavorare quasi in orario d’ufficio: arrivo alle 09 ed esco alle 16 tutti i giorni».

Tanti ex calciatori commentano il calcio in tv. Saper commentare il calcio rende un buon allenatore? Reina:

«Il tema del coaching richiede una dedizione diversa, devi spendere tante ore, devi saper comunicare, saper gestire, saper capire, prepararti, avere uno staff importante… credo sia molto più facile lavorare sui media commentando le partite che è quello che ci piace e quello che sappiamo fare, che gestire un intero spogliatoio con tutto quello che comporta essere un allenatore. È una professione più complicata del commentare».

Nella finale di Champions League tifi per il City o l’Inter?

«Che vinca il migliore. Con Pep c’è un certo affetto e ammirazione e vorrei che vincesse, ma con Simone Inzaghi ho fatto un anno bellissimo alla Lazio, con tutta la sua squadra. Che vinca il migliore, quello che se lo merita di più e che si possa fare una bella partita di calcio».

Ancora sul suo ritiro. Gli viene fatto notare che Buffon, a 45 anni, continua a giocare, anche se in Serie B. Reina:

«È ammirevole perché sicuramente avrà dolore in tutto il corpo. A 45 anni non ci si alza più dal letto allo stesso modo. Qualche dolore lo deve pur avere, ma Gigi è un esempio soprattutto per i romantici del calcio: chiudere il cerchio e cercare di raggiungere l’obiettivo promozione con il Parma è bellissimo per lui, perché ha iniziato lì».

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