le uniche risposte la Procura le ha ottenute finora dal legale John Shehata, che segue Cristiano Ronaldo insieme all’avvocato Salvatore Pino. “Non ha in mano alcuna documentazione relativa ai rapporti con la squadra italiana”, aveva risposto Shehata, aggiungendo: “Mi ha già anticipato di non sapere nulla rispetto alle vicende oggetto di indagine”.
Avrebbe voluto rispondere in forma scritta.
Perché Ronaldo non risponde? Semplice: se quella carta esistesse, e avesse la firma di Cristiano, lui rischierebbe una squalifica, per aver sottoscritto contratti non federali. E infatti per la Procura, sentire CR7 era urgente già ad aprile: sanno i pm che “i documenti in possesso del testimone hanno la funzione di garantire il pagamento degli stipendi arretrati… e terminato il pagamento potrebbero essere occultati o distrutti”. Ma ora sarà difficile anche chiedere il pagamento degli arretrati, senza incorrere in una sanzione sportiva. Di certo, Ronaldo ha assicurato ai legali di non aver firmato nulla. E di essere disposto a parlare. Per sapere dove, come e quando, però, bisognerà seguire il calciomercato.