Kim Minjae è stato eletto MVP, miglior giocatore del campionato italiano, del mese di ottobre. Il riconoscimento è stato assegnato dall’Associazione Italiana Calciatori che premia ogni mese il “Most Valuable Player”, ovvero il calciatore che maggiormente si è distinto in Serie A. Premio che ad agosto vinse Kvaratskhelia e a settembre Arnautovic. È il premio che assegnano i calciatori stessi.
Non c’è domenica, a Sky, che Bergomi non si profonda in elogi del difensore sudcoreano che in settimana a Liverpool, nel finale, ha commesso i primi errori del suo strepitoso inizio di stagione.
Kim nel mese scorso fu eletto “Player of The Month” dalla Lega Serie A quale miglior giocatore del campionato nel mese di settembre.
In quell’occasione scrivemmo:
Giuntoli gongola, e non poco. Non poteva essere altrimenti visto il mercato che ha fatto il Napoli. Un mercato di cui si parlerà ancora per moltissimo tempo. L’anno zero voluto da De Laurentiis si è rivelato una grande opportunità per il ds. Ha preso Kvara e Kim per pochi spiccioli e Kvara (che è stato votato anche dall’Aic) è stato il “Player of The Month” di agosto, Kim Min-Jae, poi, quello di settembre. Il sudcoreano riceverà il premio domani, allo Stadio Maradona, come fa sapere il Napoli con una nota pubblicata sul sito ufficiale. Glielo dovrebbe consegnare Giuntoli stesso. Una premiazione che certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, l’eccellente lavoro dei partenopei questa estate, svolto nello scetticismo generale, con una piazza delirante che contestava. Proprio Kim fu coinvolto dal tifo organizzato in uno striscione di contestazione a De Laurentiis: “Kim, 3 pacchetti 10€…”, scrissero.
Dopo Milan-Napoli scrivemmo: “Kim è l’essenziale del calcio, un soldato coraggioso e corretto”.
Milano, stadio San Siro, domenica 18 settembre. Kim Min-jae è il primo calciatore del Napoli a toccare il pallone (dopo appena sei secondi su lancio lungo di Tomori) e l’ultimo a compiere un intervento decisivo (al minuto 96): con gamba tesa chiude lo specchio della porta a Brahim Diaz che di testa colpisce a botta sicura e già pregusta il boato del Meazza. Ma Kim gli sta appiccicato come un francobollo. La sua non è una semplice marcatura. È riduttivo definirla così. Anche perché la distanza tra sé e l’avversario non è mai, mai, superiore ai cinquanta centimetri. La sua è una stoppata in stile basket. E giustamente la festeggia come se fosse un gol. Perché così è.
È il tocco numero 59 della partita di Kim Min-jae. Una prestazione da museo della difesa. Una volta Mourinho disse che Bonucci e Chiellini avrebbero dovuto tenere «un corso universitario ad Harvard per come difendono. Sono fantastici, assolutamente fantastici». Ecco adesso che Chiellini è di fatto andato in pensione, la sua cattedra in facoltà dovrebbe essere rilevata da questo marcantonio di un metro e novanta centimetri. Che – i tifosi del Napoli si tappino le orecchie – possiamo considerare l’erede coreano di Chiellini. Decisamente meno falloso, aggiungiamo.