Corsport: “Quando è arrivato Spalletti, il Napoli era veleno e macerie”

"C’era il senso compiuto della disfatta, il rimpianto per aver buttato via la Champions e 50 milioni all’ultima giornata ma con nove sconfitte (in campionato) alle spalle”

Gattuso

foto Hermann

Sul Corsport Antonio Giordano ricorda il clima che si respirava a Napoli quando arrivò Luciano Spalletti.

Dunque, da dove cominciare? Bisognava spazzare l’aria, innanzitutto quella, perché nel veleno che s’avvertiva intorno, c’era il senso compiuto della disfatta, si scorgevano i detriti delle macerie, il rimpianto per aver buttato via, all’ultima giornata ma con nove sconfitte (in campionato) alle spalle, la qualificazione in Champions League e almeno 50 milioni di euro. E poi c’era da immergersi nell’anima di una squadra, scomporla e poi ricostruirla, offrirle le certezze svanite, liberarla da quei retro-pensieri sgarbati d’una città «terribilmente offesa».

Luciano Spalletti si è caricato addosso le proprie responsabilità e anche quelle altrui, ha riempito il proprio ruolo delle idee del suo vissuto e s’è inventato la funzione di scudo-umano per ammorbidire e poi domare l’effetto-Insigne.

 

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