Il Corriere: per uno che insulta, Bergamo diventa razzista. Nemmeno Koulibaly si è fermato

In Curva Nord non ci sono stati cori razzisti. la cosa più simile a una «discriminazione territoriale» è stato «San Gennaro terù». L’insultatore è solo un poveraccio

koulibaly

Db Barcellona (Spagna) 17/02/2022 - Europa League / Barcellona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kalidou Koulibaly

Il Corriere Bergamo scrive degli insulti razzisti contro Koulibaly in Atalanta-Napoli con un pezzo a firma di Davide Ferrario. Il senso è questo: per un solo tifoso che urla una bestialità, non è il caso di accusare l’intera città di Bergamo di essere razzista. In fondo nemmeno lo stesso difensore del Napoli si è fermato, in partita, a dargli troppa importanza.

“Poi vai a vedere il video che lo testimonierebbe («virale», naturalmente, come se fosse un’aggravante) e scopri che si tratta di una voce sola e singola che grida «Negro di m…». Non un coro o un gruppo, una voce. Una. Io mi sono visto la partita in curva Nord e posso testimoniare di non aver sentito un solo coro razzista. «Odio Napoli» sì, certo. Come il corrispettivo «Odio Bergamo» dall’altra parte (e come in tutti gli stadi d’Italia). Ho sentito anche «Io non sono napoletano»: ma più che un insulto mi pare una tautologia. La cosa più simile a una «discriminazione territoriale» è stato «San Gennaro terù», ma ho l’ardire di catalogarlo come una riuscita ironia da stadio, perfida come il coro dei napoletani «Bergamasco pagaci le tasse»; o il famoso striscione «Giulietta è ‘na zoccola» da loro esposto anni fa contro i veronesi (oggi sarebbe etichettato anche di offesa di genere…)”.

Ha fatto bene il sindaco Gori a chiedere scusa

“Ma non parliamo di problema razzismo allo stadio di Bergamo. Lo stesso Koulibaly, che altre volte ha detto di voler vedere in faccia chi lo insulta, avendone avuto in questo caso l’occasione (era a un metro da lui), ha tirato dritto. L’insultatore doveva avere l’aspetto di un poveraccio con cui non valeva la pena perdere del tempo, se non quello che serve per identificarlo e sbatterlo fuori dallo stadio per un bel po’ di tempo. Semmai, c’è da chiedersi come mai uno così sedesse in una tribuna da 200 euro a posto. Mi viene il dubbio che sia la spocchia da portafogli, più che il razzismo, il motivo per cui si è sentito autorizzato a dire quello che ha detto”.

 

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