Il Qatar ha conquistato il mondo di sponda sul calcio: ora detta la linea pure sull’Afghanistan

Franceschini su Repubblica: "E' grande come l'Abruzzo ma è una potenza mondiale, grazie ai soldi e a un misto di modernità e tribalismo"

Florentino Perez e Al Khelaifi Superlega uefa

Parigi 18/09/2019 - Champions League / Paris St. Germain-Real Madrid / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Nasser Al Khelaifi-Florentino Perez

C’è un Paese grande come l’Abruzzo, con appena 2 milioni e mezzo di abitanti (quasi tutti immigrati), che detta la linea al mondo. Di sponda sullo sport. Il Qatar è sempre più il centro di gravità di un sacco di vicende enormi, dallo strapotere politico-economico sul calcio all’Afghanistan. Ne scrive Enrico Franceschini su Repubblica.

“Ospita le ambasciate occidentali che hanno lasciato Kabul, dialoga con G7, G20 e Nato sull’atteggiamento da tenere verso i talebani, offre di fornire i 7 miliardi di dollari l’anno di salari di cui avrà bisogno il nuovo governo afghano per i suoi dipendenti fintanto che non trova risorse autonome. Dal football alla geopolitica il passo è ampio, ma rispetto a undici anni or sono non è il Qatar ad essere cambiato: è cambiato il mondo“.

E il Qatar, in una certa misura, l’ha conquistato. Tanto “da permettersi di dettare la linea all’Occidente, consigliando da un lato di “non accelerare” ovvero non imporre subito sanzioni e troncare i rapporti con il nuovo regime talebano, dall’altro di non esagerare nelle aperture”.

Il segreto è di Pulcinella: i soldi. Gli immensi giacimenti di petrolio e di gas. Il Qatar ha il terzo maggiore reddito pro-capite del pianeta. E con i soldi se n’è comprato tanti pezzetti strategici: i grandi magazzini Harrods a Londra e il Paris Saint-Germain a Parigi, Messi, la Barclays, la Volkswagen e la Sony. Il Qatar è “una potenza globale, un interlocutore privilegiato per Stati Uniti, Cina, Russia, Unione Europea”, grazie proprio alle sue contraddizioni: “un misto di modernità e tribalismo, di occidentalizzazione e islamismo”.

“Tra poco più di un anno, quando (per la prima volta in inverno) in Qatar si disputeranno i Mondiali, il mondo intero si sarà accorto che il piccolo emirato è capace di giocare complicate partite anche fuori dai campi di calcio”.

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