Sofia Goggia: «Mi piace allenarmi coi maschi, alza l’asticella. Di Brignone non m’importa»
Al Corsport: «La squadra siamo io e Bassino. La gara è solo la raccolta del seminato. Sto leggendo Abravanel sulla meritocrazia»

Sul Corriere dello Sport una lunga intervista a Sofia Goggia. Un terribile infortunio le ha precluso i Mondiali, ma lei non si arrende. Dice che nel superare la batosta è fondamentale avere degli obiettivi e che i suoi obiettivi, adesso, sono i risultati.
«I risultati. Sono una randagia, con le radici a Bergamo, faccio scelte non sacrifici. La mia gara è fuori dalla gara. La gara è solo raccolta del seminato. Il grande appuntamento è la punta dell’iceberg ma tutto quello che facciamo per arrivare lì lo conoscono in pochi. Sono i dettagli che fanno la differenza, la nostra carriera è concentrata in centesimi di secondi».
Per quanto la riguarda, lei si vede in pista almeno fino ai Giochi di Milano-Cortina del 2026.
Racconta il rapporto che ha con il suo corpo.
«A fine estate mi guardo le gambe che sono grosse così e insomma non è che mi piacciano, poi penso che mi fanno vincere e allora vanno benissimo. Le cicatrici, invece… fanno parte di me. Questa sul braccio è proprio brutta, non dico che mi vergogno ma non mi piace esibirla. Non è solo una questione estetica, mi ricorda anche una stagione andata male».
Sul rapporto con le compagne di squadra:
«Se la rivalità è sana, stimola. Da noi ci sono state turbolenze. Per quanto mi riguarda, la squadra siamo io e Marta Bassino. Abbiamo un codice che regola il nostro rapporto e passiamo molto tempo insieme. Sono riservata e ho capito che serve tolleranza, specie quando la convivenza è imposta. Brignone? Non so cosa deciderà di fare e non mi importa».
Le viene chiesto cosa farà per migliorare. Risponde:
«Posso solo allenarmi con i maschi, visto che le donne le ho battute tutte. È molto stimolante, è un confronto che ti fa alzare l’asticella».
Parla di sé, la Goggia. Di quanto legge
«Sto leggendo un saggio ‘Aristocrazia 2.0’ di Abravanel: come salvare l’Italia con la meritocrazia. Fosse possibile, sarebbe bello»
Della coccola che le piace concedersi
«Un calice di vino con gli amici fa bene all’anima, la vita non è solo espiazione».
Del fatto che «senza neve non so stare» e anche del freddo che soffre ai piedi:
«Ai piedi terribilmente, gli scarponi poi bloccano la circolazione. Quando sparisco prima del via vuol dire che sono andata a scaldarmi i piedi da qualche parte».
E c’è spazio anche per i portafortuna
«Ogni stagione scelgo una mutanda per ogni specialità. Le butto lì e poi dico ‘quella è per la discesa, quella per il superG, quella per il gigante’. La mano va come un magnete e sceglie a sentimento».