Lewis Hamilton: «Non ci sono supereroi neri, sono tutti bianchi»
Intervista alla Gazzetta: «i miei sono stati Alì, Serena Williams e Tiger Woods. Mai comprato un quotidiano in vita mia»

Intervista della Gazzetta a Lewis Hamilton. Riportiamo due risposte. Una su Muhammad Ali e gli altri campioni fonte di ispirazione.
«Ali, da quando ero ragazzo, è il mio re: come atleta, attivista, per la grandezza dell’uomo e della sua voce, era il più intelligente e quindi riusciva a farsi sentire. Nessuno è stato come lui. Poi Serena Williams, una delle più grandi persone e sportive che io abbia ammirato, un fenomeno. Questi svettano, ma ci metterei anche Tiger Woods. Hanno la pelle come la mia, e questo ha inciso. Tra le cose che si notano da bambino c’è che le action figures, i modellini, i supereroi, sono tutti bianchi. Superman era il mio preferito ma dicevo “non è uguale a me”, quindi nella mia mente non c’erano persone di colore che potessero diventare supereroi. Invece un ragazzino deve essere in grado di immaginare di avere poteri illimitati, di cambiare il mondo. Se ti limitano psicologicamente così, hai bisogno di eroi e allora lo sport aiuta. Loro sono stati i miei supereroi».
«Mai comprato un quotidiano in vita mia! Crescendo li prendeva mio padre e li trovavo in famiglia. Non so bene perché, ma anche in aeroporto cerco solo i periodici di moda. Però il giornale rosa lo conosco, eccome. Ricordo quando correvo da ragazzo con i kart in Italia, i miei meccanici avevano sempre la Gazzetta con loro, sul camion. L’italiano non lo capivo ma la guardavo. Adesso passo la frontiera e vengo da voi per la pizza e la pasta, per le edicole non tanto…».