La Gazzetta su tamponi Lazio: il club parla di test rapidi ma sono molecolari. Si muove l’Asl di Roma
La Lazio dichiara che i test effettuati presso il Campus Biomedico di Roma (positivi) su Immobile, Strakosha e Leiva sono rapidi e che i molecolari (negativi) prevalgono. Ma perché il Campus ha allertato l’Asl?

foto Hermann / Kontrolab
Il caso dei tamponi della Lazio si è arricchito, ieri, di una nuova puntata. Nel pomeriggio si è diffusa la notizia che dai tamponi effettuati presso il Campus Biomedico di Trigoria (lo stesso utilizzato dalla Roma, uno dei più noti della Capitale), a cui si era rivolto il presidente biancoceleste Lotito per avere un terzo parere sui test ai suoi calciatori, tre giocatori erano risultati positivi. Non sono stati fatti nomi, ma dovrebbe trattarsi di Immobile, Strakosha e Leiva. Tutti e tre, ricordiamo, avevano giocato contro il Torino, domenica 1 novembre dopo essere stati fermati dall’Uefa per la Champions.
Intorno alle 19.30, poi, la Lazio ha comunicato l’esito dei tamponi effettuati presso il laboratorio avellinese di cui normalmente si serve il club. In una nota ufficiale risultava: «tutti i tamponi molecolari tradizionali effettuati dai giocatori in mattinata hanno dato esito negativo».
Il medico della Lazio, Ivo Pulcini, ha spiegato l’accaduto. La differenza starebbe nel tipo di test. Al Campus Biomedico, infatti, sarebbero stati effettuati non i tamponi tradizionali, ma i test rapidi per la rilevazione qualitativa di antigeni specifici da Covid, dunque la positività emersa sarebbe da collegare ai geni E ed N con il gene N non per forza riconducibile al Covid, ma che aveva fermato Immobile prima di Zenit-Lazio.
Pulcini ha dichiarato che il molecolare prevale sul rapido e che
«tutto il gruppo squadra è risultato negativo al test molecolare ed è a disposizione di Simone Inzaghi già da domani».
Dunque, per la Lazio, liberi tutti di giocare contro la Juve.
La Gazzetta dello Sport adombra dei sospetti sulla questione.
“Ieri mattina il Campus Biomedico ha comunicato le positività alla Asl Roma 4 (quella del datore di lavoro che li aveva richiesti, quindi la Lazio con la sede Formello). La Asl Roma 4 avrebbe poi informato la Roma 1, in quanto competente sul luogo di residenza dei pazienti contagiati (i tre giocatori). Ma il Ministero della Salute prevede che la comunicazione alla Asl venga fatta soltanto in caso di positività al tampone molecolare, non certo al rapido o antigenico che sia”.
E ancora:
“Non è tutto. Lo stesso Pulcini all’Ansa ha rivelato che i tre casi in questione sono risultati positivi al gene E ed N. Peccato che il rapido debba la sua velocità proprio al fatto che non ricerchi il genoma virale, ma soltanto la presenza di proteine di superficie del virus. Dunque i tre positivi hanno fatto un molecolare (con doppia verifica tra l’altro) che, anche stavolta, ha dato risultati diversi da quello del laboratorio di Avellino. Cade quindi il discorso «il molecolare vale più del rapido», ma soprattutto l’idea di vedere i tre in campo domani nella preparazione della gara contro la Juventus. Anche perché con la Asl che vigila e un’inchiesta della Procura federale in corso non si possono commettere leggerezze”.