La Premier: è cambiato tutto, i giocatori lo accettino o il calcio è finito
Il Telegraph: oggi riunione con capitani e allenatori. La lega vuol tornare in campo ora per testare la tenuta del "nuovo calcio" in vista di una possibile seconda ondata di contagi che potrebbe travolgere e "devastare" lo sport in autunno

Non è una corsa insensata, è un esperimento. La Premier League vuol tornare in campo a giugno per testare la tenuta del nuovo calcio in vista di una possibile seconda ondata di contagi che potrebbe travolgere e “devastare” lo sport in autunno. E’ il messaggio che la lega inglese tenterà di far passare in una riunione in programma oggi con i capitani e gli allenatori: i calciatori devono accettare una “rivoluzione culturale”, una “nuova normalità” che cambiare il modo in cui si allenano e giocano.
La Premier vuol dissipare dubbi e paure ma mette in chiaro che se i suoi piani non saranno accettati, il futuro del gioco sarà in pericolo. La lega – secondo il Telegraph – indicherà studi condotti in Inghilterra, e con risultati simili, ricerche condotte da esperti dell’Università di Aarhus e dell’Università di Danimarca meridionale. Lavori che dimostrano che i giocatori di alto livello impegnati in un match si trovano a una distanza a rischio contagio per una media di soli 88 secondi.
Il punto che è per la Premier è fondamentale che tutti accettino, che i giocatori siano felici di riprendere a giocare e di “aderire” ai piani, in particolare per il rigoroso regime di igiene che dovranno mantenere.
Sono tanti gli esempi di “nuovo calcio” al tempo del virus: il contatto tra i giocatori dovrà essere limitato al massimo, e dovranno essere evitate tutte quelle situazioni di faccia-a-faccia che prima si verificavano. A tutti i giocatori verrà ricordato che saranno sottoposti ad una routine di test estremamente rigorosa, e che la Premier League creerà l’ambiente di lavoro più sicuro possibile, una sorta di “bolla sterile”.
Ma non è ancora chiaro come si procederà nel caso di nuove positività a campionato ripreso. E’ previsto più genericamente un approccio in tre fasi per cercare di tornare in campo entro la metà di giugno e ogni passaggio dovrà essere controfirmato dalla Public Health England.
Ai giocatori verrà detto che non saranno costretti a tornare a giocare, e dovranno fornire un consenso scritto per dimostrare di aver compreso i protocolli.