La Premier riparte con gli allenamenti “asettici”: vietato pure il tackle
La BBC ha visionato il protocollo ufficiale inviato dalla lega a giocatori (in versione ridotta da 40 pagine) e allenatori che avverte tra l'altro che ci potrebbe essere un rischio maggiore per i neri

Niente tackle, siamo inglesi. La Premier League riparte con gli allenamenti “asettici” di squadra: niente scivolate, distanziamento sociale, gruppi di massimo 5 giocatori. E’ il protocollo ufficiale inviato dalla lega a giocatori e allenatori ieri, visionato dalla BBC.
Le bandierine, i palloni, i coni, i pali e persino il campo saranno disinfettati dopo ogni sessione d’allenamento. La Premier spera che gli allenamenti in mini-gruppi possano cominciare lunedì, limitati a 75 minuti a sessione. Le misure di sorveglianza in corso includono includono test bisettimanali e un questionario di pre-allenamento giornaliero e controllo della temperatura.
In una sezione intitolata “screening sanitario”, ai giocatori viene anche comunicato che ci sarà un registro centrale dei risultati dei test per Covid-19 (previo consenso e accordo dell’Associazione dei calciatori).
Lo stesso documento informa i tesserati che ci sono aspetti della malattia che devono essere ancora considerati prima che i giocatori riprendano l’allenamento ad alta intensità, come l’incidenza di eventuali complicanze cardiache o polmonari.
Le regole sono rigorose: i giocatori non possono condividere l’auto con nessuno, da e verso il campo di allenamento, e gli interni del veicolo dovranno essere puliti regolarmente. Non potranno utilizzare il trasporto pubblico.
Ai giocatori è stata data una versione ridotta del documento, di “sole” 40 pagine
La BBC è venuta a sapere anche che nella redazione del protocollo è stata posta anche attenzione al problema “razziale”: gli uomini e le donne neri hanno quasi il doppio delle probabilità di morire di coronavirus rispetto ai bianchi, in Inghilterra e Galles, secondo l’Ufficio per le statistiche nazionali. L’assocalciatori ha raccolto le preoccupazioni di un certo numero di giocatori, in particolare quelli che hanno condizioni di salute penalizzanti come l’asma o che hanno origini etniche a rischio. I progetti di protocolli si riferiscono a “valutazione del rischio aggiuntiva e precauzioni necessarie per i giocatori a rischio aumentato (comorbilità)”.
Oggi è previsto un ulteriore incontro tra giocatori, Premier League e personale medico.