Lo strano caso del Manchester United: il virus ha guarito l’odio dei tifosi

Mentre l'immagine di molti club inglesi finiva travolta dalla crisi, per lo United s'è ribaltato tutto: dalle minacce di morte agli elogi per il ruolo sociale nell'emergenza sanitaria

United e Chelsea

Sono passati appena due mesi e mezzo da quando i tifosi del Manchester United danneggiarono la casa del vicepresidente esecutivo Ed Woodward, l’uomo che accusavano di essere il burattino della proprietà, la famiglia Glazer. L’Old Trafford era ormai preda dell’odio: i cori con le minacce di morte erano ormai la colonna sonora dei match casalinghi. Nel frattempo il calcio, soprattutto quello inglese, è finito in una spirale di calo di consensi: lo stop e la crisi sociale dovute alla pandemia hanno messo i giocatori in cattiva luce, miliardari viziati che non vogliono rinunciare ai loro stipendi. E i club sono finiti nel mirino del pubblico ludibrio. Lo United no.

Anzi, per uno strano caso del destino, proprio la squadra più odiata della Premier ora è la più amata, proprio grazie alla “gestione” dell’emergenza. Venerdì scorso – scrive il Telegraph – quando un gruppo di gruppi di tifosi si è riunito per una teleconferenza con Woodward e la dirigenza non c’era ostilità, risentimento o sconforto, ma “un senso universale di orgoglio. Orgoglio per la risposta del club alla crisi del coronavirus, orgoglio per il modo in cui il club ha aiutato il servizio sanitario nazionale e le comunità locali, orgoglio per il modo in cui ha trattato lo staff e i tifosi stessi, orgoglio per i giocatori come il capitano Harry Maguire e l’attaccante Marcus Rashford per il loro impegno nella beneficenza”.

Il contesto nel frattempo andava degradandosi: la querelle sul ricorso alla cassa integrazione che ha investito l’immagine pubblica del Liverpool e del Tottenham, il tentativo di acquisizione del Newcastle da parte dell’Arabia Saudita diventata un caso politico internazionale per la ricaduta sui diritti umani, i festini di alcuni giocatori…

Il Manchester United invece rimborsava 700 tifosi volati in Austria per vedere l’ultima partita del club prima del blocco, contro il LASK giocata poi a porte chiuse, s’impegnava a pagare per intero il personale, intraprendeva una serie di misure finanziarie e logistiche a supporto del sistema sanitario nazionale e degli enti di beneficenza locali e le banche del cibo. Lo United ha preso molto sul serio il suo ruolo sociale.

Certo, ha inciso anche l’aquisto di Bruno Fernandes per 47 milioni di sterline dallo Sporting Lisbona in chiusura di mercato. Ma il punto è che il virus paradossalmente ha “guarito” lo United, proprio mentre tutto il calcio inglese finiva travolto dallo “shitstorm” populistico.

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