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La maratoneta Straneo: «Non corro all’aperto, la gente si è incattivita. Ci insultano di brutto»

A La Stampa: «Mi arrangio con un vecchio tapis-roulant, non mi va di fare la fuorilegge. Abbiamo sprecato la libertà e ora scontiamo la reclusione»

La maratoneta Straneo: «Non corro all’aperto, la gente si è incattivita. Ci insultano di brutto»

La Stampa intervista Valeria Straneo, 44 anni, maratoneta, argento ai Mondiali di Mosca del 2013, che adesso dovrà allen arsi un altro anno per provare a partecipare alle sue ultime Olimpiadi. Racconta la difficoltà di allenarsi in questo periodo.

«È la triste realtà. Con la nuova ordinanza correre sarebbe fuorilegge anche per me e devo ancora riuscire a spiegarlo
bene al mio fisico. Adesso sto nella mia tavernetta, nel sottosuolo, dove c’è un vecchio tapis roulant non professionale. Ridotta così. Cerco di fare almeno 10 km al giorno, li divido in due sessioni perché è una noia mortale. In mezzo ci metto delle rampe di scale e degli esercizi. Poi esco a fare gli allunghi sulla mia via, che per fortuna è lunga 80 metri».

Correre in aperta campagna?

«Non mi va di fare la fuorilegge anche perché la gente si è incattivita. E tanto. A me è andata bene, lì mi conoscono tutti, ma i miei colleghi sono stati insultati di brutto. Emma Quaglia e Giovanna Epis per restare alle maratonete, ma anche Yeman
Crippa. Eppure avevamo regolare permesso. Niente, le peggio parole. Da non crederci».

I divieti 

«Sono misure dell’ultimo momento in un periodo assurdo quindi non condivido ma capisco. Le provano tutte. I recenti governi non hanno mai incentivato l’atletica, l’attività fisica in generale, e non mi stupisce che ora non ne riconoscano l’importanza. Trovo sbagliato che i bambini stiano in cattività totale, per esempio. Ma abbiamo sprecato la libertà e ora scontiamo la reclusione. La gente si è assembrata invece di cercare spazi e orari per evitare affollamento, nelle grandi città soprattutto. È come a scuola: quando due fanno casino e viene messa in punizione tutta la classe».

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