Marotta: «Partite rinviate? Gestione improvvida di Dal Pino. Campionato falsato»

L'ad dell'Inter alla Gazzetta: «Ha deciso senza interpellare nessuno, è molto grave. Abbiamo chiesto un consiglio di Lega straordinario. D'ora in avanti le porte chiuse non esistono, stop»

Marotta

La Gazzetta dello Sport intervista Beppe Marotta. L’ad dell’Inter già ieri si era mostrato arrabbiatissimo per il rinvio delle sette partite che avrebbero dovuto giocarsi a porte chiuse per rischio Coronavirus. Una di queste è Juventus-Inter. Sulla rosea attacca duramente il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal
Pino. Dichiara che la vicenda è stata affrontata male, con troppa leggerezza.

«Andava gestita con tempistiche diverse, anche per evitare certe allusioni. Mi spiego. La Lega aveva deciso per le porte chiuse giovedì, poi venerdì il ministro Spadafora aveva sconsigliato questa strada. A quel punto l’errore è stato del presidente di Lega, Dal Pino, che ha deciso senza interpellare nessuno. Piuttosto, avrebbe dovuto convocare un consiglio di Lega straordinario, si sarebbe dovuto discutere insieme sul da farsi, trovare un punto d’incontro tra quanto stabilito dalla Lega stessa e le indicazioni del Governo. E invece non è stato fatto, abbiamo ricevuto una comunicazione e stop. Non va bene, la cosa è molto grave. Ecco perché come Inter abbiamo chiesto e ottenuto un Consiglio di Lega straordinario per domani (oggi, ndr) alle 12. Così avremo modo di discutere del futuro. Perché quel che accadrà da adesso in poi mi preoccupa, per il mondo del calcio».

Marotta esprime preoccupazione per la partita in programma domenica prossima contro il Sassuolo a San Siro.

«Cosa si fa, come ci si comporta? A porte chiuse non si può giocare, sarebbe assurdo usare uno strumento che solo una settimana prima non è stato considerato adatto per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Le porte chiuse non esistono, stop, fine dei discorsi. E non si parli neppure di rinvio a lunedì: l’Inter ha già subito un danno, abbiamo pagato a caro prezzo, tre giorni dopo peraltro avremmo l’impegno di Europa League. Dunque la partita si disputi domenica a porte aperte oppure…».

Oppure niente, perché l’ad nerazzurro non vede soluzioni alternative.

«Non vedo soluzioni. Il peccato originale è il rinvio di Inter-Sampdoria di domenica scorsa: quella gara si sarebbe dovuta giocare a porte chiuse, soluzione che non piace a nessuno ma secondo me inevitabile in situazioni come questa. E dico di più: per questa giornata andava usato lo stesso criterio per tutte le squadre, al massimo si sarebbe dovuta rinviare tutta la giornata».

Marotta attacca duramente la gestione della vicenda da parte del presidente Dal Pino. Gli chiedono se ha intenzione di chiedere le sue dimissioni.

«Non so, di certo la sua gestione è stata improvvida. Perché per queste cinque partite la Lega ha preso posizione e invece per Atalanta-Lazio non si è esposta? Quando si giocherà quella partita?».

Nessuna responsabilità da parte di Lotito. Ne è certo.

«No, assolutamente, Lotito è molto dispiaciuto per il rinvio di queste partite. E come lui, posso assicurare che la decisione ha lasciato insoddisfatte moltissime società».

Certo, se dovessero saltare altre partite il campionato potrebbe non concludersi, dice. E si chiede come mai sia stata decisa la data di Juve-Inter prima di quella per Inter-Sampdoria. Poi, una considerazione amara sul campionato. La Serie A è falsata, dichiara.

«Sì, il torneo è falsato. È alterato nei suoi equilibri. Basti pensare solo agli infortuni e alle squalifiche. E poi ci sono gli aspetti psicologici di una squadra, dovuti alla classifica… E ancora: l’Inter è danneggiata, il calendario di maggio è incredibile».

L’ad nerazzurro racconta anche la preoccupazione dell’allenatore dell’Inter, Antonio Conte

«È preoccupato, lui come molti suoi colleghi. Per un tecnico non è semplice gestire l’incertezza del calendario, è complicato programmare gli allenamenti, figuriamoci poi pensando al mese di maggio. E per di più non è facile neppure tenere alta la tensione alta nei giocatori».

Il calendario è troppo pieno di impegni, conclude. Occorrerebbe tornare a prendere in considerazione il campionato a 18 squadre. Si potrebbero anche lasciare libere alcune date infrasettimanali per eventuali emergenze.

«Adesso siamo senza via d’uscita, dovessimo avere bisogno di ulteriori date per recuperi»

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