Il Napoli di Benitez non sa più reagire, non ha più rabbia né orgoglio

Otto punti persi in quattro partite con un avvio di calendario non proibitivo (Genoa, Chievo, Udinese, Palermo), una sola vittoria all’ultimo minuto, due sconfitte consecutive e un pareggio, sei reti incassate, Higuain a zero gol. Mettendoci l’eliminazione dalla Champions, è una delle peggiori partenze del Napoli. Venti volte la squadra azzurra ha iniziato il campionato […]

Otto punti persi in quattro partite con un avvio di calendario non proibitivo (Genoa, Chievo, Udinese, Palermo), una sola vittoria all’ultimo minuto, due sconfitte consecutive e un pareggio, sei reti incassate, Higuain a zero gol. Mettendoci l’eliminazione dalla Champions, è una delle peggiori partenze del Napoli.

Venti volte la squadra azzurra ha iniziato il campionato con una vittoria, un pareggio e due sconfitte. Successe anche nel primo e nell’ultimo anno di Maradona. Peggio andò nel campionato 1997-98 con i quattro allenatori (Mutti, Mazzone, Galeone, Montefusco): il Napoli retrocesse. Stesso avvio di campionato nel terzo anno in serie A con De Laurentiis, allenatore Donadoni. Peggio di questa volta andò con le “quattro giornate di Frossi” nel 1959-60, quattro sconfitte iniziali, il Napoli si salvò per due punti.

Che colore ha la crisi del secondo anno di Benitez? Azzurro pallido, azzurro jeans, azzurro scuro, azzurro tenebra, nero notte? Cominciano a cadere tutti gli alibi, dai reduci del Mondiale alla preparazione complicata dalla qualificazione Champions. La squadra non va.

Rivoltato e ricomposto da Benitez, il Napoli stenta. Non è più questione di turn-over. Troppi giocatori sono fuori condizione e (si spera di no) senza stimoli. Callejon, Mertens, lo stesso Higuain, Albiol, Inler sono al di sotto del loro normale rendimento. Hamsik è ancora un principe a metà. La difesa è un museo degli orrori in tutte le sue versioni con o senza Maggio, con o senza Zuniga. Segnano i centravanti. Pinilla, Maxi Lopez, Belotti due gol. Dov’è Albiol?

La deludente partita col Palermo può essere sintetizzata da questa osservazione. Sulle corsie esterne la squadra siciliana ha avuto la meglio. Morganella a destra contro Ghoulam e Vazquez a sinistra contro Henrique hanno avuto sempre partita vita. Sul fronte opposto, Mertens e Insigne non hanno mai superato il terzino Andelkovic e, a destra, Callejon non l’ha spuntata contro l’ivoriano Bamba (1,90) sorprendendolo solo sul gol. Il Napoli ha ceduto sui suoi consueti sentieri di gloria.

Aggiungiamo che il centrocampo del Palermo ha espresso migliore qualità di gioco e ha giostrato in costante superiorità numerica. Il solo Gargano a dannarsi nel pressing e nei contrasti, Inler impalpabile, faticosi i rientri di Callejon, Hamsik propenso a prendere palla e ad andare più che a fare filtro, Mertens mai in recupero.

Ma non si può non vincere una partita iniziata con due gol di vantaggio in dieci minuti. Il Napoli non ci sta più con la testa? Gli stranieri attratti da Benitez non hanno più voglia di restare in maglia azzurra? Il tecnico dice di avere una “rosa” competitiva e che dalla crisi si esce rimanendo sereni. E’ un invito alla calma e ad aspettare. Intanto siamo passati dalle perturbazioni all’avviso di tempesta.

Domenica, il Napoli gioca a Reggio Emilia contro il Sassuolo che non è la squadra-cuscinetto come farebbe pensare  il disastro contro l’Inter. Il Sassuolo è squadra vivace con eccellenti individualità (Zaza su tutti). Non ha ancora vinto e deve salvarsi. Punta a fare il colpo contro un Napoli disorientato. Si giocherà alle 12,30 e rischiamo il ragù di traverso.

La situazione è pesante e Benitez annulla il giorno di riposo (riposo da che?). Gli episodi negativi non fanno più testo: il rigore parato di Higuain col Chievo, il palo di Gargano a Udine, il mancato rigore per il possibile 3-1 contro il Palermo. La squadra non sa più reagire, non ha più rabbia, né orgoglio. La panchina non trasmette grinta? In campo manca un leader che sappia compattare la squadra, proteggerla, guidarla, risollevarne le sorti. Sembrava che potesse farlo Higuain con l’orgoglio ferito dalla eliminazione in Champions. Il Pipita è stanco? Lui dice di no, però Benitez lo trattiene ai bordi del campo per 70 minuti. Inler, che non fa un gran filtro, accusa i difensori per i gol che prendono. Quelli che stanno in panchina hanno atteggiamenti poco adeguati al momento difficile. Segnali di scollamento?

Mimmo Carratelli

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