Malagò: “Se Roma non si muove, rischiamo Tokyo 2020 senza tricolore e di perdere Milano-Cortina 2026“
Intervista del presidente del Coni a Tuttosport: «Rischiamo conseguenze devastanti per questa riforma. La crisi politica non aiuta. Il Cio ha tempi stretti quando si colpisce l'autonomia dello sport”

Conseguenze devastanti
Intervista di due pagine del presidente del Coni Giovanni Malagò a Tuttosport, al direttore Xavier Jacobelli. Ovviamente la discussione è incentrata sullo scontro tra Coni, dovremmo dire adesso tra Cio (Comitato olimpico internazionale) e governo. Al centro la riforma del governo. L’Italia rischia serissime conseguenze che Malagò approfondisce in questa conversazione.
«Sono preoccupato, molto preoccupato per il futuro olimpico dello sport italiano. Questo è un Ferragosto con tante nuvole nere all’orizzonte. Le addensano la crisi politica, l’incertezza sul futuro del governo e la bocciatura da parte del Cio della legge delega di riforma approvata dal Parlamento il 6 agosto. Rischiamo conseguenze devastanti: la sospensione del Coni e, quindi, il divieto per i nostri atleti di gareggiare a Tokyo 2020 sfilando dietro il tricolore o indossando le maglie azzurre, retrocessi allo status individuale di «atleta olimpico indipendente» con l’esclusione delle squadre; la messa in discussione di Milano-Cortina 2026 dopo gli sforzi immani che abbiamo sostenuto per aggiudicarci l’organizzazione delle Olimpiadi invernali».
La crisi politica
Il succo dell’intervista è tutto qua. Malagò parla di conseguenze devastanti. Il 27 agosto, a Milano, si terrà la prima riunione del comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026. Malagò ricorda che sono stai invitato il Cio, il Coni, il governo, le autorità locali.
«Il problema è che, con quanto sta succedendo in Parlamento a Roma, ancora oggi non sappiamo chi rappresenterà l’Esecutivo, se ci sarà e a che titolo vorrà onorarci della sua presenza. Tutto ciò è sinceramente surreale e francamente sconcertante».
Entrando nel merito, anche tecnico della riforma, Malagò spiega:
«Trattandosi di una legge delega, affinché entri in vigore è necessario il varo dei decreti attuativi, senza i quali non entra in vigore. Ora, delle due l’una: o il governo rimane in carica, stende e dà il via ai fatidici decreti o li scrive il nuovo esecutivo, naturalmente dopo essere entrato ufficialmente nel pieno esercizio delle sue funzioni. Nel secondo caso, hai idea di quanto tempo ci vorrebbe? Troppo, considerate, invece, le esigenze del Cio che, quando si. tocca l’autonomia di un comitato olimpico nazionale, interviene in modo drastico».
Malagò si augura che ci sia «un soprassalto di ragionevolezza, nell’interesse del nostro sport. Siamo ancora in tempo per evitare danni incalcolabili. Ma non ne resta molto».
Ricorda che il Cio ha staccato un assegno di un miliardo di euro per Milano-Cortina 2026.
«Mi telefonano da ogni parte del mondo i colleghi del Cio e chiedono: ma che cosa sta succedendo in Italia? Rispondo: questo è il premio per avere riportato le Olimpiadi in Italia».