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Due settimane di attesa ed è uscito un giocattolo rotto

Il mio Napoli – Parma

– Ore 7.45 Piove.
Ho la sensazione che non abbia mai smesso dal gol di Cassano.

– Da quel momento, ho chiuso le comunicazioni con l’esterno: niente commenti post partita dei tifosi; niente radio in auto; niente internet; niente tv, una volta tornato a casa.
Solo il rumore della pioggia.

– Ma è sicuro sicuro che abbiamo giocato?
O magari mi sveglio, è sabato, c’è il sole, è stato tutto un incubo e ora il Minao mi chiama e mi dice: Gigì, ci vediamo alle 17.30 a casa mia per partire.

– Mi sento invece come una risata di Donadoni.

– Durante la settimana precedente la partita, ho sentito parlare: di Borussia e degli infortuni; della gara con l’Arsenal; della relativa questione stadio; del mercato (mi è sembrato di essere ad agosto); di Antonelli, Cannavaro e Ranocchia; di Icardi, Wanda e i loro dolci e discreti tweet; di Gigi d’Alessio e Anna Tatangelo; di Inler e Soledad; ecc ecc ecc.
E del Parma? Ah sì, il Parma.
Klopp lo mangia anche a colazione. Vabbuò, tanto c’hanno Donadoni…

– Donadoni e questa incessante pioggia mi ricorda “le madeleine” di Proust: provo più o meno le stesse sensazioni, che avevo rimosso, di quando l’allegro tecnico lombardo bazzicava la nostra panchina.

– Il primo tempo non mi era dispiaciuto. L’intensità c’era. È mancato solo il gol.

– Gonzalone c’è andato vicino due volte con due bei movimenti: Mirante ha salvato.

– Nei giorni scorsi sono andato su youtube: Insigne, col Pescara, ha realizzato vari gol con quel tiro lì.

– Dopo una bella combinazione e un rimpallo in area, la sfera è terminata sull’unico piede dei 44 in campo che parla la stessa lingua di un giocatore di freesby: il sinistro di Maggio. Tiro al volo e palla in fallo laterale.

– A proposito di lingue: Pandev per evitare problemi, in settimana, ha imparato le bestemmie in napoletano.

– Dopo che l’arbitro ha interrotto il gioco, senza accordarci la regola del vantaggio, un coro si è levato dagli spalti. Se non erro era: Mazzoleni figlio di romana.
Ma non era macedone?

– Anche Sansone ha avuto una ghiotta occasione sotto porta: per fortuna il sinistro di Maggio ha infettato il suo destro.

– Nell’intervallo, con gli amici di tribuna, ricordando l’anniversario, è stata immancabile la domanda: e tu dov’eri quando ci fu il terremoto?

– Nel secondo tempo, il San Paolo non ha mai tremato, se non per qualche tuono. La tempesta si stava avvicinando.

– Ci si aspettava una riscossa, un cambio di ritmo, una prosecuzione della frazione precedente, ma con più voglia. E invece?

– Nel secondo tempo c’è stato il monotema: passaggi lenti orizzontali nella loro tre quarti poi, Insigne, Armero, Armero, Insigne, palla a Britos che lanciava lungo su Calle.

– Intanto Donadoni ha piazzato fisso Cassano su Britos.

– Cassano sino a quell’istante aveva vagato e lo si era notato più per le sfanculate ai compagni che per altro.

– Britos è andato in crisi anche sui palloni a campanile.

– A metà tempo è entrato Hamsik.
A metà tempo è uscito Hamsik per Mertens.

– Con il belga in campo, abbiamo provato a giocare tra le linee, finalmente.

– Insigne, che si fino a quel momento si era distinto per i passaggi all’indietro (ad Armero) poco avanti il centrocampo, ha deciso di verticalizzare. Finalmente.

– Passaggio intercettato, palla a Cassano e…non mi ricordo più niente. Ah sì, ha iniziato a piovere.

– Dopo la sosta più lunga e indigesta dell’anno, ho aspettato questa partita come un bambino che attende di scartare il regalo del proprio compleanno.

– Nel mio è uscito un giocattolo rotto.

– No, no, non sto dicendo che s’è rotto il giocattolo, eh. È un esempio per far capire la mia delusione.

– Ci saranno compleanni migliori e senza pioggia. Magari martedì smette di piovere e ne arriva uno inaspettato…

– Se posso scegliere, vorrei uno di quei souvenir che cambiano colore a seconda del tempo. Uno che ci porti un po’ di sole e che da giallo diventi azzurro.

– Ho esagerato? Sto sognando?
Eh, magari. Allora ora mi sveglio e vado allo stadio.
C’è Napoli – Parma…

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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