Spalletti: «Ho giocato senza attaccanti col Napoli e ho danneggiato la squadra»

In conferenza: «I miei giocatori mi fanno stare sull'ottovolante, a Yildiz dico le stesse cose che dicevo a Kvara».

spalletti juventus

Db Cremona 01/11/2025 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Il tecnico della Juventus Luciano Spalletti ha tenuto la conferenza stampa alla vigilia del match di Champions League contro il Pafos.

Le parole di Spalletti

Che partita vuole vedere domani? Che insidie ci potrebbero essere?

«Il Pafos è una squadra tosta, ha molti brasiliani e portoghesi che sanno giocare a calcio. Ha fatto brutta figura solo con il Bayern, poi ha preso pochissimi gol nonostante abbia disputato partite di alto livello contro avversari top. Sono una squadra molto tignosa da un punto di vista fisico, molto vogliosa sul metterla sul duello individuale. Hanno organizzazione sui calci piazzati, e qualità da vendere soprattutto nei due giocatori che giocano alle spalle della punta. Dobbiamo essere bravi a non subire ripartenze, loro ti vengono addosso provando a intimorirti, poi se esci dal pressing si mettono bassi e hanno la capacità di ribaltare l’azione».  

Il reparto offensivo della Juve. C’è qualità ma non trova continuità, problema che c’è da tempo. Si aspettava di riuscire a incidere un po’ prima e con più facilità nel sbloccare con continuità l’attacco?

Spalletti: «I numeri sono quelli non desiderati al momento, sia al livello di risultati che di individualità. Ora ho più conoscenza dei calciatori che ho a disposizione e per me è fondamentale. Poi vedo che sono migliorate alcune cose. Non siamo bravi a ripeterle spesso dentro la partita queste cose che loro hanno, ma sono lì nelle condizioni di essere prese. Le dobbiamo fare di più e riconoscere di più. Ho visto fare belle giocate e buone cose ai nostri attaccanti. Nei 3 gol che abbiamo visto domenica abbiamo fatto un bellissimo gol, per cui se fai quelle cose lì è segno che ce l’hai un po’. L’essenziale è riproporle più spesso».

Si aspettava di incontrare meno difficoltà? La fiducia è intatta come all’inizio?

«Ho le stesse intenzioni e certezze di quando ho accettato di venire a fare l’allenatore della Juventus. Li vedo migliorare in allenamento, più li vedo e più ho a che fare con loro, più mi arrabbio e tranquillizzo allo stesso tempo. Mi fanno stare sull’ottovolante, a volte rido e altre strillo. Poi gliele vedi alcune cose e pensi che si ripeteranno più volte, invece poi si va ad annullarle e ripartire da capo. Per me non cambia e non cambierà niente, non cambierò da un risultato o dall’atteggiamento. Le cose si affrontano e si cerca di trovare la spiegazione a ciò che è avvenuto». 

Thuram sembra un po’ in fatica sia dal punto di vista fisico che tecnico…

Spalletti: «Dal mio punto di vista è un calciatore forte, che ha giocato bene anche domenica. Ne abbiamo bisogno, è un calciatore che ha quello strappo con la guida della palla che dovrebbe migliorare anche senza palla perché può creare spazi alla squadra. Professionista top, a me piace totalmente. Però poi in alcuni momenti durante la partita si hanno momenti migliori e altri peggiori, ma a Napoli ha giocato una buona partita».

A che punto sono Bremer e Rugani? Possono essere convocati?

«Sono qui che li aspetto a braccia aperte, saranno convocati e domani saranno in panchina. Non so dirle se saranno della partita oppure no. Domani si alleneranno se non entreranno quei 10-15 minuti, poi si aumenta il livello per poter fare discorsi differenti». 

Ha provato a stimolare qualche giocatore?

Spalletti: «Su Yildiz io sono convinto che possa tirare fuori ancora di più. Lui ha dei margini di miglioramento incredibili e sono un po’ le stesse cose che dicevo a Kvara e può diventare un super top. Tipo domenica che è andato a fare un gol non facile. Ho giocato senza attaccanti ma non per pungolarli, perché io volevo vincere la partita. Io ero convinto che fosse il sistema giusto, ma non ho avuto il risultato che volevo e ho delle responsabilità. Non ho messo in condizione la squadra per fare il meglio e ho danneggiato la squadra». 

Prima parlava di questo ‘ottovolante’. Come se lo spiega? Magari è legato al fatto che la squadra è particolarmente giovane? Ora che conosce meglio la squadra ha in mente il passaggio definitivo al 4-3-3?

«La conosco un po’ di più, quando sono arrivato le partite erano così vicine che averli tutti per fare un allenamento era difficilissimo. Ieri ho avuto quelli che non avevano giocato, oggi uguale. E’ difficile avere possibilità di allenarli tutti insieme a un livello di aggressività importante. Ho sempre la disponibilità del settore giovanile che stanno facendo un lavoro fondamentale a mettermi sempre 10 giocatori a disposizione. Il calcio ormai somiglia sempre meno a questi numeri e sistemi di gioco. Solo in alcuni momenti di passaggio ci si ritrova dentro quelli che sono i numeri, 3-4-2-1 o 4-3-3. Ormai quasi tutte le squadre ti vengono addosso forte e la mettono su uno slancio di corsia e aggressività che si mischiano. C’è questa continua rotazione e deformazione dei sistemi di gioco. Cambierà poco anche se avere un difensore di piede destro mi permetterà di fare delle cose, come ad esempio non far giocare Kelly fuori area sul destro. Proveremo a fare quella situazione, se così si può chiamare il 4-3-3 o il 4-3-2-1». 

Questa squadra fa fatica a reagire a situazioni di difficoltà? David non avrebbe bisogno di avere fiducia per 4-5 partite consecutive per capire qual è il suo valore e il suo legame con la squadra?

«E’ un po’ il ‘rido e strillo’ di cui parlavo prima. Perdono fiducia, non so cosa gli succede. Ma a volte modificano quello che è il loro status, migliorando o peggiorando. Un po’ quello che dicevo prima, li ho già un po’ avvisati che ora da qualche parte devo andare a forzare un po’ di più. David ha bisogno di quante partite? 5? Anch’io avrei bisogno di 5 partite per allenare il Real Madrid, il Barcellona, per far vedere che livello di allenatore sono. Non funziona così. Funziona che tu vai forte a tutti gli allenamenti, dopo due settimane di allenamenti in cui sei andato fortissimo e mi hai fatto vedere che sei meglio, ti do 10 minuti. La fai bene e ti do un tempo, poi ti do un tempo, poi una partita e poi cinque partite. No che vieni all’allenamento, una volta fai in un modo e l’altra in un altro e si dice di aver bisogno di giocare per 5 partite. Per cui se lo scrivete bene in modo che lo legga mi fa un favore». 

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