Montella: «Spalletti è un rivoluzionario negli allenamenti, fa simulare le situazioni di gioco»

Alla Gazzetta: «Per scovare talenti in Italia, bisogna farli giocare di più e spiegare meno le tattiche. La Nazionale non è debole ma non gioca tranquilla».

Montella Turchia

Db Firenze 27/10/2019 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Vincenzo Montella

Il ct della Turchia Vincenzo Montella ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della sfida di stasera tra Napoli e Juventus e di Kenan Yildiz.

L’intervista a Montella

La Turchia non sembra inferiore all’Italia, anzi…

«Sicuri? Secondo me vi buttate troppo giù. Credo che con Gattuso l’Italia stia tornando l’Italia. Ci vuole un po’ di tempo. I giocatori non mancano. Ha il miglior portiere del mondo, una difesa ottima, un centrocampo nel quale Tonali e Barella hanno spessore internazionale. E un attacco che segna: Kean-Retegui è la coppia, ma Pio Esposito non fallisce una partita ed è giovanissimo».

E allora cosa manca? 

«L’Italia non è debole, ma non gioca tranquilla. È sempre sotto pressione e così non è facile. Al primo errore vai in difficoltà. Deve ritrovare gioia ed entusiasmo».

Quello che ai suoi giovani non difetta:

«Perché sono motivati, ambiziosi e hanno cervello, qualità a volte rara ma importantissima».

Alla Juve tutti dicono che Yildiz è speciale:

«Ed è vero. Yildiz è un gran bel giocatore, una bella persona e ha soltanto vent’anni. Deve ancora crescere, riuscirà perché è ambizioso».

C’è Napoli-Juve. Yildiz contro McTominay, ma soprattutto Spalletti-Conte:

«Tecnici fortissimi. Di Spalletti ho una stima smisurata, l’ho avuto a Empoli, Samp, Roma. Preparatissimo e rivoluzionario negli allenamenti, quando fa simulare le situazioni di gioco. Con Conte ho giocato un Europeo: una bellissima persona che stimo, un top anche lui, con caratteristiche diverse».

Conte e lo scudetto?

«Ripetersi non è impossibile, il primo è stato già un’impresa e il momento di crisi sembra passato».

Perché in Italia non nascono Yildiz e Guler, o ce ne sono di meno?

«Si può fare di più. Cominciando dai bambini e dai dilettanti. Giocare di più con il pallone. Allenarsi con il pallone. Anche partitelle tre contro tre, come una volta, quando eravamo ragazzini noi. Imparare divertendosi. Oggi ci sono troppi tempi morti, troppe spiegazioni tattiche di minuti e minuti. I ragazzi si annoiano e perdono tempo preziosissimo: noi giocavamo per strada dalla mattina alla sera, loro qualche ora ogni settimana».

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