Mondiali, c’è voluta una notte di lavoro per varare il calendario più grande del mondo
Athletic racconta la compilazione del calendario. In Qatar gli stadi erano a un'ora di auto, negli Usa a 3600 km di distanza

President of FIFA Gianni Infantino participates in the 2025 FIFA Club World Cup Draw ceremony in Miami on December 5, 2024. (Photo by Giorgio VIERA / AFP)
Il calendario dei Mondiali 2026 è nato da una notte di lavoro febbrile al Kennedy Center, dove una quindicina di dirigenti Fifa hanno assemblato il programma più complesso nella storia del torneo. Tra simulazioni, vincoli televisivi e meteo, il team ha dovuto distribuire 72 partite in 16 città attraverso quattro fusi orari. La sfida maggiore è stata conciliare viaggi, equità sportiva e orari globali, mantenendo cluster regionali senza avvantaggiare nessuna squadra. Hanno cominciato un attimo dopo il sorteggio e finito alle 4 del mattino. Il risultato è un “puzzle” monumentale, frutto di due anni di preparazione e una notte interamente in bianco. Il viaggio all’interno del calendario è del New York Times
Per il calendario dei mondiali variabile spazi immensi
Circa 3.200 km da Toronto a Città del Messico e ancora di più da Boston a Los Angeles — sono stati il primo problema da risolvere. Nel 2024, la Fifa ha stabilito uno “scheletro” che avrebbe mantenuto le squadre per quanto possibile in “cluster regionali”. Niente a che vedere con Qatar 2022, dove gli otto stadi erano a un’ora di auto l’uno dall’altro. Qui quasi tutte le nazionali dovranno volare. Ma lo working group Fifa ha mappato itinerari e costruito un girone dove solo metà delle 48 squadre supererà i 1.600 km complessivi tra le tre partite. Per esempio, il Gruppo I — Francia, Senegal, Norvegia e una vincitrice degli spareggi — non lascerà il Nordest. L’Egitto resterà confinato nel Pacific Northwest. Solo due squadre, il Canada e la sua avversaria d’esordio, dovranno affrontare una tratta coast-to-coast.
Due anni di simulazioni per il calendario
Volevano prima conoscere le squadre, e solo dopo scegliere le sedi. Per questo, ciò che in passato richiedeva alcune ore questa volta è diventato un’intera notte di lavoro. Per prepararsi a questa corsa contro il tempo, il gruppo Fifa effettuava simulazioni. Facevano un sorteggio fittizio, poi costruivano un calendario con ciò che il simulatore restituiva, per abituarsi agli scenari più probabili e prendere confidenza con possibili criticità.
Costruire un calendario che soddisfacesse tutti era impossibile. Dovevano decidere, per esempio, se piazzare Portogallo-Colombia ad Atlanta o Miami. Sapevano che la città “sfortunata” — Atlanta, che riceverà invece Uzbekistan contro una debole vincitrice dei playoff — non sarebbe stata felice. “Vuoi accontentare le città ospitanti. Tutti vogliono le partite migliori, le squadre migliori. Non tutti possono averle.”
Clima, orari, TV: l’equilibrio impossibile del calendario dei mondiali
Se 19:00 o 20:00 è l’orario ideale per molte città ospitanti, in Europa, Medio Oriente e Africa è notte fonda. Il pomeriggio, invece, è prime time in Europa, ma anche il momento più pericoloso per il caldo a Miami, Philadelphia, New Jersey, Kansas City e Monterrey. In alcuni casi, l’unico slot che tutelava la salute dei giocatori e soddisfaceva le TV internazionali sarebbe stato il mattino americano — opzione scartata perché poco sensata per il pubblico locale. Si è quindi deciso che nessuna partita inizierà prima di mezzogiorno.
Per costruire il calendario, hanno studiato trend climatici di decenni, consultato il dipartimento medico Fifa e programmato le gare pomeridiane solo in stadi indoor o in zone temperate come Canada, Seattle o Bay Area. Il 14 giugno, ad esempio, Germania-Curaçao si giocherà a Houston sotto il tetto retrattile dell’NRG Stadium a mezzogiorno (le 19 a Monaco), mentre Olanda-Giappone si disputerà tre ore dopo al climatizzato AT&T Stadium di Dallas (le 22 ad Amsterdam). Tre giorni dopo, stessa identica logica per Portogallo–vincente playoff ed Inghilterra-Croazia.
Il piano finale
Dopo 12-14 ore di lavoro intenso, mentre fuori la neve era avvolta dal buio, il gruppo ha finalizzato il masterplan. Il risultato, salvato su tutti i server e poi presentato al mondo, era una griglia colorata 16×39, riempita da lettere e numeri microscopici (carattere 3,5). Zubiria ride raccontando che è andato a dormire “verso le cinque del mattino”. Il giorno successivo ha illustrato il piano agli allenatori, poi è salito sul palco del Capital Hilton per rivelarlo. “Questo,” ha detto, “è stato il culmine di un processo durato due anni, per costruire il calendario della Coppa del Mondo più grande di sempre.”







