Mondiali 2026, l’evento politico di Trump. In mancanza del Nobel, riceverà il Premio Fifa per la pace (L’Equipe)
Il sorteggio doveva svolgersi a Las Vegas ma Infantino si è piegato al suo "caro amico" Donald. “È difficile immaginare che la politicizzazione dell'evento finisca ”

FIFA president Gianni Infantino gives US President Donald Trump a soccer ball to autograph during a signing ceremony after a state dinner with Qatar's Emir Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani at the Lusail Palace in Doha on May 14, 2025. (Photo by Brendan SMIALOWSKI / AFP) / ALTERNATE CROP
Quest’oggi, a partire della 18:00 presso il John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, si terrà il sorteggio dei giorni de Mondiali 2026 (qui tutti i dettagli). Alla vigilia della cerimonia, L’Equipe ha dedicato ampio spazio all’evento sottolineandone i connotati politici che lo caratterizzano.
Mondiali 2026, l’analisi dell’Equipe
“Anche la scelta della sede per il sorteggio della Coppa del Mondo ha assunto una dimensione politica”, comincia L’Equipe. “E non perché il Kennedy Center si trovi a soli tre chilometri dalla Casa Bianca. Ma perché l’istituzione culturale della capitale americana è diventata, suo malgrado, un simbolo della polarizzazione degli Stati Uniti”, aggiunge.
Successivamente l’edizione online del giornale francese ricorda che, poco dopo la sua seconda elezione, il presidente Donald Trump aveva attaccato il centro, accusandolo di cattiva gestione, e si era insediato a capo del consiglio di amministrazione. E ricorda anche che la Fifa aveva programmato di organizzare il sorteggio a Las Vegas, e che poi le cose sono cambiate complice l’interessarsi del presidente americano al mondo del calcio.
“Poiché Gianni Infantino non può negare nulla al suo “caro amico” – nemmeno di lasciargli toccare la vera coppa del mondo, un privilegio solitamente riservato ai giocatori – Washington ha sostituito Las Vegas per il sorteggio. La presenza dei Village People può essere interpretata come un altro regalo a Trump. Ymca e Macho Man sono punti fermi dei suoi comizi elettorali”, si legge.
L’Equipe sottolinea inoltre che il numero uno della Federazione calcistica mondiale ha istituito un “Premio Fifa per la Pace” che probabilmente verrà assegnato allo stesso Trump, dopo che il Tycoon ha visto soffiarsi il Premio Nobel dalla leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado.
“Se terrà un discorso, Trump, che sa poco di calcio, probabilmente parlerà di politica – e dei suoi successi, reali o immaginari – più che del bel gioco. Infantino ha rifiutato di confermare chi sarà il vincitore. Ma se il premio andasse a qualcuno diverso da Donald J. Trump, il livello di sorpresa sarebbe paragonabile a una vittoria haitiana nella finale del 19 luglio. Haiti, tra l’altro, è uno dei 19 paesi interessati dal divieto di viaggio, il divieto di ingresso negli Stati Uniti. I Mondiali, infatti, non hanno spinto l’amministrazione Trump a discostarsi dalla sua posizione dura in materia di immigrazione per i tifosi o lo staff di alcune nazionali: ai membri della delegazione iraniana, ad esempio, è stato negato il visto per il sorteggio. Teheran ha preso in considerazione l’idea di boicottare la cerimonia”, scrive L’Equipe.
Poi conclude così: “La competizione si svolge anche in Canada e Messico, ma la maggior parte delle partite si avrà luogo negli Stati Uniti, che festeggeranno il loro 250° anniversario durante il torneo. È quindi difficile immaginare che la politicizzazione dell’evento finisca con il sorteggio di venerdì”.








