La superiorità di Inter e Napoli non implica che la Juve non possa puntare allo Scudetto
Ne parlano Gazzetta e Tuttosport. Se è vero che le grandi squadre sono quelle che sanno prendersi i tre punti anche quando non giocano bene, allora la Juve può diventare pericolosa

Mg Cremona 01/11/2025 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
La vittoria sofferta che la Juve ha ottenuto Pisa ha acceso un dibattito che va oltre il risultato. La classifica, considerando i due match in meno di Napoli, Inter e Milan e l’uno in meno della Roma, recita 32 punti. È lecito sognare per tutti. Ne parlano Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport e Vaciago su Tuttosport.
La Juventus può pensare al colpo grosso? L’analisi
Si legge sulla Gazzetta:
Se è vero che le grandi squadre, o comunque le squadre vincenti, sono quelle che sanno prendersi i tre punti anche quando non giocano bene, oppure quando non lo meritano proprio, allora la partita di Pisa ci dice che la Juve è sulla buona strada per diventare pericolosa perfino nella corsa allo scudetto. Perché è brutta per un’ora, rischia di cadere almeno due volte – traversa e palo dei toscani a cavallo dei due tempi – poi cresce quel tanto che basta per andare a segnare le reti del successo (la prima con un doppio rimpallo, ovviamente) quando Spalletti mette dentro un po’ di freschezza, soprattutto Zhegrova e Miretti.
A Torino sono stati tutti risucchiati in un vortice di negatività che ha minato ogni certezza sul loro conto. Come se la Juve – storicamente capace di trasformare in campioni anche calciatori che altrove non sembravano fenomenali – fosse diventata il proprio contrario: arrivi stella e diventi cadente. Non è detto che l’effetto negativo sia terminato, ma adesso per la prima volta dall’estate del 2024 si avverte un’atmosfera differente.
Il confronto con Inter e Napoli
Ora, visto che parliamo di classifica, e visto che la Juve è a un punto dalla vetta, diventa inevitabile farci e fare una domanda: ma i bianconeri possono davvero vincere lo scudetto? La risposta passa innanzitutto attraverso una considerazione sui valori assoluti delle squadre in lotta. Inter e Napoli a noi sembrano più forti e complete dei bianconeri, con rose di qualità maggiore nei titolari e nei rincalzi; il Milan non è altrettanto competitivo, non quanto i gruppi di Chivu e di Conte, però ha il vantaggio di poter pensare solo al campionato; la Roma non è troppo distante. Tutto questo non significa però che la Juve non possa e non debba provarci, come ha detto proprio Spalletti appena arrivato a Torino: guardiamo al traguardo massimo. Perché non sempre vincono i migliori, come hanno raccontato alcuni degli ultimi campionati di Serie A.
Zhegrova, l’uomo in più della Juve: i dettagli
Scrive Vaciago su Tuttosport:
La Juve vince faticando e sbagliando, ma impadronendosi della partita dall’inizio e insistendo con la determinazione di chi non solo vuole vincere, ma sa di poter vincere.
Certo, è una questione di qualità, perché dominare la partita per una settantina di minuti e rischiare di non vincerla per le tante, troppe decisioni sbagliate dalla trequarti in su, significa che il grande lavoro di Spalletti è zavorrato dai limiti tecnici di una rosa cresciuta in carattere, tattica e gioco di squadra, ma povera di uomini dal tiro letale e frenata dai pasticci di Openda e David.
E, in questa generale aridità calcistica, diventa curiosamente indispensabile Zhegrova. Curiosamente perché Zhegrova, in questa Juve, è un optional di lusso, teoricamente superfluo, un po’ come avere i sedili in pelle su un’automobile con le gomme lisce. Zhegrova è zucchero filato, ne ha la stessa gioiosa golosità, ma anche la medesima consistenza. Perde palloni sanguinosi in fase difensiva, non si affatica ad allungare la falcata quando il lancio non gli cade sui piedi, gioca solo con un piede, ma è divertente e, in una partita bloccata, può detonare come un petardo in una chiesa, stordendo gli avversari. Ieri è successo così: sono bastati due strappi per mandare nel panico la difesa del Pisa, fino a quel momento un muro di gomma sul quale la Juve rimbalzava.











