Hamilton si ritiri, rischia una triste deriva nell’anonimato. Il Telegraph definisce la Ferrari un asino da spiaggia
Oliver Brown scrive: “È un campione sbiadito. Con la Ferrari sembrava un connubio perfetto, ma il Cavallino Rampante è diventato un asino da spiaggia"

Ferrari's British driver Lewis Hamilton rides a scooter in the paddock during previews ahead of the 2025 Formula 1 Grand Prix du Canada at Circuit Gilles-Villeneuve in Montreal, Canada, on June 12, 2025. Geoff Robins / AFP
“Ascoltare le riflessioni di Lewis Hamilton dopo una gara è come se ci si stesse intromettendo sempre di più in un dolore privato”, scrive Oliver Brown sul Telegraph. In un pezzo che dal punto di vista inglese racconta la stessa tristissima storia: il declino a braccetto della Ferrari e del pluricampione del mondo.
Brown scrive di “fatalismo totale”. Si chiede “come un pilota pagato 50 milioni di sterline all’anno possa ancora apparire così profondamente dispiaciuto. Quelle tute rosse della Ferrari avrebbero dovuto simboleggiare il compimento di una ricerca iniziata nell’infanzia, quando giocava ai videogiochi di Formula Uno fingendo di essere Michael Schumacher. Peccato che il romanticismo si sia trasformato in orrore, con il ricordo del suo arrivo lo scorso inverno a casa di Enzo Ferrari – vestito con un cappotto nero doppiopetto che ricordava un uomo che partecipava a un funerale mafioso – già svanito nell’etere”.
“Tutto sembrava, in teoria, una fusione perfetta, che avrebbe innestato il pilota di maggior successo della sua generazione nella squadra più leggendaria della griglia. Ma la storia è stata meno quella del Cavallino Rampante, più quella di un asino da spiaggia, con un sette volte campione del mondo che faticava tra i doppiati, la sua fiducia in se stesso che svaniva. Molti dei record di Hamilton sono ancora validi: con 105 vittorie in gara e 104 pole position, è l’unico pilota ad aver mai raggiunto le tre cifre in entrambi i casi”. Ma adesso i numeri sono imbarazzanti.
“In tre mesi umilianti, è stato surclassato da Carlos Sainz su una Williams. Peggio ancora, i suoi colleghi piloti stanno iniziando a notare il suo calo di potenza”. “Alla Ferrari, ha dimostrato poca capacità di intimidire con la sua sola presenza. Basti pensare a cosa è successo a Silverstone a luglio, quando, con un’opportunità preziosissima di conquistare un podio sul circuito su cui aveva vinto nove volte, non è riuscito a superare la Sauber di Nico Hulkenberg”.
“Peggio ancora, nelle interviste appare come un pessimo artigiano che dà la colpa ai suoi attrezzi, lamentando i difetti strutturali della sua auto. Solo in Ungheria ha davvero rivolto la sua ira contro se stesso, e con una forza inquietante, definendosi “assolutamente inutile”.
E’, per Brown, una “desolazione è insostenibile. Se Hamilton non riuscirà a risalire la classifica all’inizio della prossima stagione o a capitalizzare sui radicali cambiamenti regolamentari, il presidente della Ferrari John Elkann dovrà prendere una decisione diabolica. Oserà ammettere che la superstar su cui ha puntato tutto è una forza esaurita, o che l’enorme prestigio commerciale di Hamilton è di secondaria importanza”.
“Cosa dice il cronometro? Tutto indica che il ritiro è vicino, forse prima di quanto vorrebbe il vincitore più prolifico di questo sport”. Hamilton è “un campione ormai sbiadito che rischia una triste deriva nell’anonimato se si trattiene ancora a lungo”.









