Damascelli: “Il clan di Lissone ha evitato che il Napoli fosse umiliato a Udine”

Sul Giornale: la Serie A infestata dai comici errori arbitrali. Arriva la Supercoppa di Riad che ingolfa il campionato ma eccita gli elemosinieri in cerca di denari. 

Damscelli

Mg Udine 14/12/2025 - campionato di calcio serie A / Udinese-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Simone Sozza

Damascelli: “Il clan di Lissone ha evitato che il Napoli fosse umiliato a Udine”

Tony Damascelli sul Giornale fa il punto sulla quindicesima giornata di campionato e punta l’indice sugli errori arbitrali che continuano a imperversare in Serie A: clamoroso il rigore negato alla Cremonese contro il Torino, ovviamente silenziato dai giornali di Cairo (Corsera e Gazzetta).

Scrive Damascelli:

Vittoria potente ma con affanni finali a Genova e l’Inter se ne va in testa per grazia ricevuta. La classifica è una porta girevole ma di un albergo a tre stelle, giornata imprevedibile: perde il Napoli, pareggia il Milan, all’inferno dantesco la Fiorentina, comici errori degli arbitri, il loro football impunito prosegue, il manifesto rigore non fischiato alla Cremonese a Torino, i due espulsi della Lazio, il gol cancellato a Pulisic, confermano il protagonismo e la mediocrità arbitrale. 

Stupisce in parte la settima sconfitta (Champions compresa) dei campioni d’Italia, il triplo impegno settimanale intossica il gruppo, gli infortuni
non sono una esclusiva di Conte ma rappresentano l’alibi puntuale del salentino, l’Udinese ha dominato, un paio di gol annullati dal clan di Lissone
avrebbero umiliato il Napoli.

Viva attesa a Riad per l’arrivo delle truppe di Napoli, Milan, Inter e Bologna, la supercoppa ingolfa il campionato ma eccita gli elemosinieri in cerca di denari. 

L’Europa è un handicap che molesta l’orgoglio smisurato di Conte (Damascelli dopo il ko col Benfica)

Antonio Conte e l’Europa. Storia di un rapporto che non ingrana e che sta diventando una sorta di maledizione per il tecnico salentino. Il suo Napoli ha perso anche contro il Benfica di Mourinho e adesso deve fare tre o quattro punti tra Copenaghen e Chelsea per andare ai play-off. Nei campionati funziona, anche in Premier col Chelsea, e perfino col Tottenham che portò nella competizione più importante. Ma in Europa non ingrana. Anche se poi ha giocato una finale e una semifinale di Europa League, entrambe perse: una con la Juventus (proprio contro il Benfica) e l’altra con l’Inter (contro il Siviglia).

Scrive Tony Damascelli su Il Giornale:

Conte e Spalletti. Basta osservarli mentre si muovono a bordocampo. Tormentati, agitati, pensierosi. Eppure hanno vinto. Ma non basta. Il passato è glorioso ma loro vivono il presente improbabile e il futuro incerto. Antonio Conte e Luciano Spalletti sono stati uomini contro nell’ultima giornata di campionato, come scambiandosi le squadre, vivendo una sera particolare. Oltre il risultato c’è altro, molto.

Conte viaggia forte in Italia, dovunque abbia saputo imporre le sue idee. Ma gli manca l’Europa, la vittoria nel grande torneo e anche in quelli minori, ha guidato grandi squadre ma è uscito in anticipo, un handicap che lo limita, che lo infastidisce e molesta il suo orgoglio smisurato. Le sconfitte, anche mortificanti, in questa Champions stridono con i successi in serie A. Aurelio De Laurentiis lo ha assunto per crescere nell’immagine internazionale, il presidente sa bene che se il cinema significa Hollywood, il calcio significa Champions League.

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