Salvatore Di Somma: «Solo quel rompipalle di Altobelli mi faceva sempre gol»
Alla Gazzetta: «Da Paolo Rossi a Bettega gli attaccanti forti li tenevo tutti a bada, Altobelli no»

Cade oggi l’anniversario del terremoto dell’Irpinia, 23 novembre 1980, 3.000 morti e 9.000 feriti, 300.000 persone all’improvviso senza una casa e senza nulla. La Gazzetta dello Sport ha intervistato Salvatore Di Somma, capitano dell’Avellino di quell’anno. Una squadra colpita non solo dal terremoto, ma anche dalla penalizzazione per il calcioscommesse.
Il racconto di quella giornata parte con la vittoria contro l’Ascoli per 4-2.
«Ugolotti aveva fatto due gol e alcuni andarono a cena con lui perché doveva pagare da bere, io invece feci quello che facevo ogni domenica sera: mi fermavo al bar e prendevo un vassoio di paste per mangiarle con mia moglie e le mie bimbe»
Ore 19.34 a casa Di Somma.
«Le paste erano a tavola, accesi la tv, c’era Juve-Inter. A un certo punto parte un rumore acuto, come un ululato. Un secondo dopo le pareti, il tavolo, le luci, tutto cominciò a tremare sempre più forte. Mia moglie urlò “il terremoto!”, e lì capii cosa stava succedendo mentre la cucina e il salotto si sbriciolavano, muri e soffitto diventavano una cosa sola. C’era una sola via d’uscita. “Prendi le bambine, ci buttiamo dalla finestra”, dissi. Per fortuna eravamo al primo piano, riuscimmo a scendere. Corremmo fino a Piazza Libertà, dove pian piano arrivava gente, vidi un mio amico con la famiglia, lasciai mia moglie e le bambine con loro e cominciai a girare».
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Era davvero cattivo come la dipingevano?
«Ma va, mai fatto falli cattivi. Ero… intimidatorio, diciamo. Facevo paura agli avversari perché ero deciso, tanti mi guardavano in faccia, vedevano lo sguardo duro e tiravano indietro la gamba lasciandomi la palla. Io e Cattaneo eravamo dipinti come cattivi, invece eravamo due pezzi di pane, persone tranquille e umili che in campo si trasformavano. Un difensore determinato come me non l’ho mai visto».
Ma un attaccante che le faceva paura c’era?
«Quel c… di Spillo. Da Paolo Rossi a Bettega gli attaccanti forti li tenevo tutti a bada, Altobelli no. Mi faceva sempre gol, un rompipalle mai visto»











