Ninna Quario la madre di Brignone: «Da mamma, mi auguro che Federica smetta. Venne giù tutto per quella frase su Goggia»

Al Corsera: «Federica è nettamente più forte di me. Quando mi sconfisse per la prima volta mi incazzai. Vomitarono su Federica gli insulti riservati a me: stronza la madre, stronza la figlia»

Ninna Quario la madre di Brignone

Ninna Quario la madre di Brignone: «Da mamma, mi auguro che Federica smetta. Venne giù tutto per quella frase su Goggia»

Ninna Quario intervistata dal Corriere della Sera, a firma Massimo M. Veronese.

Parte dal racconto dell’incidente della figlia, la telefonata

Aprile di quest’anno, Val di Fassa, seconda manche dei campionati italiani di slalom gigante. Cominciamo da qui.
«Ero sulla seggiovia di Plan della Gabba, stavo andando a sciare per godermi le ultime discese della stagione. Seguo la gara di Fede su una app della federazione internazionale, dice che non è arrivata al traguardo, pazienza penso, sarà uscita, capita. Ma la gara non riprende e la cosa non mi piace. Chiamo mio figlio Davide e non mi risponde. Ora sono preoccupata. Quando mi chiama mi gela: mamma, Fede si è fatta male, molto male».

Il viaggio angosciato verso l’ospedale. E poi?
«I medici mi dicono che Fede ha la gamba staccata dal corpo e che rischia seriamente di perderla. Ho visto solo una volta le immagini della sua caduta. Orribile, non le guardo più».

A Milano-cortina ci sarà?
«Ha ripreso ad allenarsi da qualche giorno, fin qui ha fatto solo riabilitazione, ed entro la fine del mese tornerà sulla neve. Il punto è tutto lì: se si sentirà bene come prima sugli sci ci sarà».

Lei cosa si augura?
«Come mamma che smetta. Ha vinto tutto, va bene anche se la chiude qui. Si è distrutta una gamba, il ginocchio le è esploso, sarebbe già fantastico vederla tornare in gara e basta».

Dice:
«Federica è nettamente più forte di me. Fino a quando aveva 13 anni la battevo, ma quando mi sconfisse per la prima volta mi incazzai. Anche perché suo padre aveva taroccato i miei sci… A Gardenissima anni fa mi ha dato venti secondi di distacco».

Tre anni fa una sua frase a Radio Capital scatenò un putiferio con Sofia Goggia. Disse: se uno si rompe una gamba non vince un argento olimpico dopo 23 giorni. Lo ridirebbe?
«Risposi da giornalista abituata a porsi delle domande, non da mamma della rivale della Goggia e forse sbagliai a farlo. Fui trattata da madre invidiosa ma io non volevo mettere in discussione il risultato ma la gravità reale dell’infortunio. Dopo una frattura con lesione del crociato, come veniva descritta, nemmeno Robocop tre settimane dopo vince l’argento olimpico in discesa. Dirlo fu considerata una bestemmia».

«Moltissimi hanno vomitato su Federica gli insulti e l’odio riservati a me: ah ecco, scrivevano, stronza la madre, stronza la figlia; da un melo non nasce un pero; rosicona la mamma, rosicona la figlia. E sorvolo sul resto».

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